di Redazione ANSA

Cittadini a difesa della democrazia, per un uso trasparente dei fondi europei

Lo sviluppo locale nell'area delle Madonie (Sicilia), l'ampliamento del parco archeologico di Sibari (Calabria), la costruzione di un nuovo tratto della metropolitana di Cagliari e la formazione tecnica in Lombardia. Sono i progetti italiani, finanziati con risorse Ue, monitorati attraverso i 'Patti d'integrità'.

Il coinvolgimento della società civile come ingrediente indispensabili per assicurare un uso trasparente delle risorse pubbliche e difendere la democrazia in Europa. È la ricetta dei ‘Patti d’integrità’, un’iniziativa pilota nata nel 2015 dalla collaborazione fra la Commissione Ue e Transparency international, che vuole rendere i cittadini non solo semplici beneficiari delle opere realizzate attraverso i fondi europei, ma attori fondamentali nel controllo della qualità delle procedure.

Fulcro attorno al quale ruotano i Patti d’integrità sono gli appalti pubblici, che nell’Unione veicolano la spesa di circa il 19% del Pil e il 48% dei fondi strutturali. Come riporta la settima relazione sulla coesione, “la percezione della corruzione rimane diffusa in diversi Stati membri dell'Ue e questo intacca la fiducia nei governi e nelle loro politiche. In molte regioni dell'Ue gli appalti pubblici sono esposti al rischio di corruzione e all'assenza di concorrenza nei contratti, come già avvenuto in diversi casi in cui l'appalto è stato assegnato all'unico offerente”. In particolare, fra il 2013 e il 2015, le gare con un solo offerente hanno superato il 40% in numerose regioni di Grecia, Polonia, Slovacchia e Italia.

Cosa sono i patti d’integrità e a cosa servono

Un Patto d’integrità è un contratto fra una stazione appaltante e gli operatori che vogliono partecipare al bando, nel quale le parti si impegnano a sostenere e condividere principi di trasparenza, correttezza e lealtà. Ogni patto include anche un’organizzazione della società civile che ha il compito di controllare che le parti rispettino gli impegni. L’obbiettivo dell’iniziativa è triplice: aumentare la trasparenza e la correttezza degli appalti pubblici finanziati da fondi Ue, migliorare la concorrenza in Europa, ma anche aumentare e proteggere il rapporto di fiducia fra i cittadini e le autorità pubbliche, che spesso viene indebolito proprio da fenomeni corruttivi.

Come raccontato in un nostro precedente approfondimento, i Paesi dell’Unione europea coinvolti nella sperimentazione dei Patti d’integrità sono 11: oltre all’Italia, Bulgaria, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Ungheria. Nel nostro Paese i progetti sono quattro e a seguirli in veste di enti indipendenti di monitoraggio sono Transparency International ItaliaActionAid e l'Agenzia per la sicurezza e la vivibilità urbana Amapola.


Le Madonie 'laboratorio di futuro'

 

La ong torinese Amapola si occupa di monitorare il progetto di sviluppo locale ‘Madonie resilienti, laboratorio di futuro’, che vede come stazione appaltante i 21 municipi appartenenti all’Unione dei comuni delle Madonie. “Sono previsti 22 interventi su diversi assi strategici: salute, istruzione ed efficientamento energetico” spiega Valeria Ferraris, coordinatrice per Amapola del progetto Patti d’Integrità. Cominciata nel 2016, l’iniziativa arriverà a conclusione il 31 dicembre 2023 (il termine inizialmente previsto era fine 2020) grazie a un finanziamento dell’Ue di 35,3 milioni di euro, ai quali si aggiungono 3,8 milioni di risorse nazionali, per un totale di 39.1 milioni di euro.

A godere direttamente degli effetti del progetto – che rientra nella Strategia nazionale per le aree interne - saranno 61.490 persone, ma se si considerano i beneficiari indiretti il bacino sale a 580mila cittadini. “Rispetto ad altre sperimentazioni, il Patto d’integrità si caratterizza per il fatto di cominciare già nella fase precedente alla procedura di gara, fino ad arrivare alla conclusione dei lavori”, sottolinea Ferraris. Revisione dei documenti di gara e controllo delle comunicazioni fra la stazione appaltante e i partecipanti sono solo alcune delle attività che i monitor indipendenti dei Patti, come Amapola, svolgono quotidianamente per assicurare la correttezza delle procedure. “La nostra attività è addizionale rispetto a quella che viene svolta normalmente dagli organismi di controllo – continua Ferraris - per promuovere quella che chiamiamo ‘social accountability’, cioè più informazione verso i cittadini, trasparenza e quindi maggiore integrità”.


Nuovi orizzonti per il Parco archeologico di Sibari

 

Un progetto calabrese da 2 milioni di euro, 1,5 dei quali proveniente dalle casse dell’Ue, è oggetto del monitoraggio della ong ActionAid. Cominciata nel 2016, l’iniziativa quadriennale riguarda l’ampliamento e il rinnovo del Parco archeologico di Sibari (Cosenza), che con i suoi 168 ettari è uno dei più grandi in Europa e custodisce le rovine di una delle più importanti città della Magna Grecia. Nello specifico, i progetti monitorati sono due: l’apertura al pubblico di un’area del parco dove recenti scavi hanno portato alla luce un santuario di età romana; e l’allargamento del percorso espositivo del museo, che sarà dotato anche di un percorso multimediale.

“Il lavoro che ActionAid sta svolgendo è da un lato quello di supervisore indipendente, dall’altro coinvolgere i cittadini del territorio per collaborare nel monitoraggio dei progetti” evidenzia Paola Liliana Buttiglione di ActionAid. “Uno dei pilastri della strategia di ActionAid è il miglioramento della democrazia, per questo riteniamo importante che anche i cittadini siano maggiormente coinvolti nel controllo della spesa pubblica, anche con una conoscenza più approfondita di cosa sono gli appalti, con cui vengono allocati numerosi fondi nazionali ed europei utili allo sviluppo territoriale”, specifica Buttiglione.


Dalla metropolitana di Cagliari alla formazione professionale in Lombardia

 

La costruzione di un nuovo tratto di metropolitana leggera a Cagliari e l’assistenza tecnica alla Regione Lombardia sull’uso delle risorse del Fondo sociale europeo, sono i due progetti che sta supervisionando in Italia Transparency International.
I lavori per la metro in Sardegna valgono 22,5 milioni di euro, 8,5 dei quali provenienti dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr). Il piano iniziale prevedeva la fine dei lavori entro il 2019, ma la data è stata già posticipata a giugno 2021, quando saranno ultimate le sei nuove stazioni e il tratto di 2,5 chilometri che collegherà in maniera rapida la stazione ferroviaria con il resto della rete metropolitana cittadina. Si stima che il nuovo percorso sarà utilizzato ogni giorno da 7.100 passeggeri, decongestionando anche il traffico del capoluogo.

Il progetto lombardo, invece, vale 3 milioni di euro, la metà dei quali stanziati dal Fondo sociale europeo per fornire assistenza tecnica a chi deve gestire le risorse del fondo stesso. “Transparency International Italia lavora sui patti d’integrità da anni. In Italia infatti questo strumento è molto diffuso, ma in una versione ‘soft’ che non coinvolge l’ente di monitoraggio. Sia la Lombardia che la Sardegna avevano già adottato questa versione dei patti, quindi quando abbiamo cominciato a lavorare con loro abbiamo trovato un terreno fertile”, sottolinea Chiara Putaturo, project coordinator di Transparency International Italia. “A Cagliari, in quest’ultimo periodo abbiamo cominciato anche un coinvolgimento più attivo della cittadinanza attraverso una scuola di monitoraggio civico”, continua Putaturo, “se scopriamo che qualcosa non va dobbiamo seguire una procedura che prevede prima di tutto la ricerca di soluzioni condivise. Nel caso del progetto della Regione Lombardia abbiamo individuato una singolarità nelle offerte economiche dei due partecipanti alla gara, che però non è considerata un rischio significativo di corruzione. Ci siamo quindi rivolti alle autorità regionali e nazionali competenti, e ora stiamo aspettando una risposta”.


Le prossime tappe della lotta alla corruzione in Europa

Dopo un avvio a rilento dovuto ai ritardi con cui è cominciato l’attuale periodo di programmazione 2014-2020, l’Ue sta lavorando per potenziare i Patti d’integrità e migliorare la trasparenza degli appalti, ad esempio incoraggiando l’uso di tecnologie digitali e facilitando l’accesso agli open data. L’obiettivo per i prossimi anni è poi quello di moltiplicare l’applicazione dei Patti a tutta l’Unione europea, sfruttando l’esperienza maturata attraverso i 17 progetti pilota.

Un altro tassello importante per combattere le frodi è la direttiva 2017/1371 del luglio 2017, il cui obiettivo è proprio quello tutelare maggiormente le finanze comunitarie e sanzionare chi si macchia di crimini contro il bilancio dell’Unione, sottraendo quindi soldi ai contribuenti. La direttiva sarà uno dei testi che fornirà le basi legali per l’azione del procuratore europeo (conosciuto con l’acronimo inglese Eppo), che comincerà a lavorare entro la fine del 2020. All’iniziativa hanno aderito finora 22 Stati membri, fra cui l’Italia.

Per venire incontro anche ai funzionari pubblici che devono orientarsi nel labirinto di burocrazia ed elaborare le procedure di aggiudicazione dei fondi europei, la Commissione Ue ha pubblicato nel febbraio scorso una guida pratica in italiano con una serie di orientamenti per evitare gli errori più comuni e assicurare gare d’appalto efficienti e trasparenti.

 

(credits immagini Transparency International, Michael Chia, Visuality)