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Mascalzone Latino scende in piazza!

Rivogliamo la scuola

Responsabilità editoriale Saily.it

BLACK-OUT CON LA MARINA MILITARE: APPELLO AL DIALOGO - Grande attestazione di solidarietà al sit-in della Scuola Vela Mascalzone Latino, che chiede alla Marina Militare di rivedere la posizione sui locali che ospitano da anni l’associazione dedicata ai ragazzi dei quartieri più difficili di Napoli. C’era anche Vincenzo Onorato. Riaprire il confronto

 

Questa ancora mancava: la manifestazione di piazza da parte di una scuola vela per chiedere a gran voce il diritto a sopravvivere, e continuare a svolgere la sua funzione sociale, promozionale, di speranza nel futuro. E’ avvenuto a Napoli, al culmine della vicenda che riguarda la Scuola Vela Mascalzone Latino, iniziativa nata oltre dieci anni fa su impulso di Vincenzo Onorato e di Antonietta De Falco, la direttrice della scuola. Una iniziativa nata con l’obiettivo di costituire una idea di riscatto per i giovani dei quartieri “difficili” (è l’eufemismo ripetuto anche nei comunicati e nel programma dell’associazione), persone che hanno meno opportunità di altre e per le quali la Scuola Vela Mascalzone Latino è stata, in tutti questi anni, un vero riferimento. Si parla di oltre 1200 allievi coinvolti, con risultati concreti, molti hanno proseguito una attività sportiva, altri hanno addirittura intrapreso lavori legati al mare e alla nautica. Per tutti, in ogni caso, la SVML è stata e resta una “casa”, un porto sicuro. Locali della Marina Militare, riqualificati e ristrutturati dalla Scuola, per creare un ambiente accogliente, bello, piacevole. La forma che aiuta la sostanza. E poi il mare, la vela, la didattica, le regate, le altre cose. Tutto bello. Fino al patatrac.

Quella “casa” al momento non c’è più: a marzo la Marina Militare proprietaria delle mura ha dato l’avviso alla SVML per riavere indietro la disponibilità dei locali. Un fulmine a ciel sereno. Si aspettava qualche ripensamento, ci sono state riunioni, persino un incontro tra Vincenzo Onorato (che nella Scuola Vela Mascalzone Latino ha investito a livello personale moltissimo) e il Capo di Stato Maggiore della Marina, Giuseppe Cavo Dragone. Purtroppo non è servito: la Marina Militare resta ferma sulla sua richiesta, la sede è chiusa da mesi, i ragazzi sono senza casa, le soluzioni alternative stentano a decollare. Così alla fine si è fatta strada l’idea del sit-in, la prima manifestazione di piazza a tema velico…

LE DOMANDE SENZA RISPOSTA – Vista da fuori, la vicenda somiglia a un black-out inspiegabile. Nel settore del mare la Marina è una istituzione con funzioni di immagine, promozione culturale, movimentazione di barche simbolo, crescita di marinai e anche di atleti che arrivano alle Olimpiadi. Una forza sicura, un partner di valori, una bandiera che unisce. Ma allora?

Cosa succede davvero con i locali rivendicati al Molosiglio togliendoli bruscamente a una attività straordinariamente benefica come la Scuola Vela dei Mascalzoni? Qui sta il black-out: la mancanza di spiegazioni, e in fondo anche di dialogo. Spiace che nel loro incontro due uomini di mare come Onorato e Cavo Dragone non siano riusciti a intendersi. Quanti linguaggi ha, o dovrebbe avere, il mare? La solidarietà, la cifra più evidente, qui sembra essersi smarrita.

Eppure proprio il black-out ci fa ritenere – forse per un impulso di ottimismo – che solo un reale approfondimento del dialogo possa portare a una soluzione positiva.

SPAZIO ALLA MARINA MILITARE – Non ci stiamo a restare nel black-out, cerchiamo di riaccendere la luce. Sentita la voce dei Mascalzoni, speriamo di ascoltare quella della nostra Marina, con la quale ogni giorno collaboriamo a sviluppare programmi evolutivi per il bene di vela e velisti. Ne vogliamo parlare?

IL COMUNICATO DI MASCALZONE LATINO - Può lo Stato tradire i suoi cittadini e i suoi bimbi meno fortunati che avevano trovato qualcuno che li aveva presi per mano e accompagnati verso un futuro migliore, una vita più dignitosa, la speranza di riscatto?

Possono le Forze Armate e in particolare la Marina Militare, orgoglio del nostro Paese, anzichè essere come sempre alleate ed amiche degli italiani, rendersi protagoniste di un atto che li priva di qualcosa, a costo zero per lo Stato, ma a resa altissima per la società?

Per rispondere a queste due semplicissime domande, che sembrerebbero quesiti retorici, oggi centinaia di napoletani sono scesi in piazza per difendere la Scuola Vela Mascalzone Latino, simbolo del riscatto che viene dal mare per i ragazzi dei quartieri più difficili del capoluogo partenopeo, e che lo sfratto intimato dalla Marina Militare rischia di rimettere in mezzo a una strada.

Una grande testimonianza di solidarietà e affetto quella ricevuta oggi dai ragazzi della Scuola Vela Mascalzone Latino scesi “in piazza” in darsena, al Molosiglio, per manifestare il loro disappunto contro la decisione della Marina Militare di togliere la propria casa ai bambini dei quartieri più difficili di Napoli.

Al grido “Rivogliamo la Nostra Scuola” hanno risposto in tantissimi per dimostrare la propria vicinanza e far valere i diritti civili calpestati da una decisione ingiusta presa a cuor leggero di mettere in mezzo alla strada un progetto sociale nato 11 anni fa che un vero e proprio laboratorio di speranza e di fiducia per tanti giovani napoletani.

Anche perché tutte le soluzioni alternative sono solo succedanei, pannicelli caldi: una vita come quella della Scuola di Vela, con i ragazzi che pranzano, si allenano, sono seguiti nello studio, sono presi e riportati ogni giorno nelle rispettive famiglie di provenienza un modello irripetibile in altre situazioni, parziali e che non tengono conto della specificità di questa straordinaria e commovente esperienza.

Dal Presidente del Comitato V Zona della Federazione Italiana Vela, Francesco Lo Schiavo che nei giorni scorsi ha fatto sentire la sua vicinanza al fondatore e Presidente Vincenzo Onorato e alla Direttrice Antonietta De Falco esortando i circoli napoletani a sostenere ed esprimere il proprio appoggio per questa nobile causa, all’assessore alle politiche sociali Alessandra Clemente, a Ciro Borriello, assessore allo sport.

Genitori, zii, nonni, parenti ed amici dei ragazzi che da anni frequentano la Scuola erano in prima fila per far sentire il loro disappunto e l’enorme dispiacere per aver perso un punto di riferimento importantissimo e aver tolto il sorriso a delle creature innocenti, in un periodo già di per sé molto difficile a causa della pandemia.

Presenti delegati del Circolo Canottieri Napoli, Circolo Nautico Posillipo, Circolo del Remo e Della Vela Italia, Club nautico della Vela, Lega Navale di Salerno, Lega Navale di Procida, Lega Navale di Castellammare di Stabia, Circolo Nautico Arcobaleno, Circolo Nautico Torre del Greco, Circolo Nautico Sapri, Lega Navale di Bacoli e poi rappresentati di parte delle Associazioni che collaborano da anni con la Scuola: Obiettivo Napoli, Nuovo Mondo, La Locomotiva Onlus, Associazione Quartieri Spagnoli, Don Guanella, Cooperativa Xenia, Armonia. Non ha fatto mancare la propria vicinanza la Fondazione Cannavaro Ferrara con il suo consigliere Vincenzo Ferrara.

“La speranza di un futuro genera amore – dice Vincenzo Onorato, ideatore e fondatore della Scuola Vela Mascalzone Latino – i cancelli chiusi risentimento e odio. La Marina Militare non può fare questo ai bambini di Napoli. Non lasceremo mai la nostra scuola, la nostra casa e voglio sperare che la Marina ci ripensi rapidamente. Ogni giorno che passa una ferita in più per questi ragazzi”.

Antonietta De Falco, Direttrice della Scuola Vela, circondata dai suoi ragazzi, emozionata della passione di anni di lavoro e di riscatto per questi ragazzini e racconta: “La comunicazione del 27 marzo che annunciava lo sfratto della nostra scuola vela arrivata all’improvviso e ha spiazzato tutti noi dello staff che abbiamo sempre lavorato con grande passione e dedizione a questo progetto. La scuola vela ha svolto negli anni un lavoro incredibile per il recupero dei minori, spaziando dai ragazzi messi alla prova del carcere minorile di Nisida, al mondo scolastico fino all’intero comparto del Terzo Settore, mettendo in atto un modello educativo innovativo e capace di coinvolgere i giovani di qualsiasi età e cambiarne la mentalità attraverso uno strumento vincente che lo sport della vela. Siamo diventati per questi ragazzi un faro nel buio più totale che abita la nostra società. Non toglietegli anche questa guida. Spero che la Marina Militare faccia un passo indietro, sarebbe un atto di grande civiltà e responsabilità”.

Le parole di Antonietta sono le parole di tutti coloro che erano in piazza a Napoli oggi e di tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questi ragazzi. E che pensano che lo Stato e le Forze Armate debbano essere alleati e non un ostacolo per i cittadini.

Responsabilità editoriale di Saily.it