Non è stato il primo
appuntamento di Spoleto65, iniziato in giornata con appuntamenti
tra prosa e danza, ma il concerto inaugurale con la Budapest
festival Orchestra diretta da Ivan Fischer e il Coro
dell'Accademia di Santa Cecilia ha aperto formalmente il sipario
sul Festival dei Due Mondi firmato da Monique Veaute.
Dal palco della sempre scenografica piazza Duomo, proprio la
stessa direttrice artistica, prima di dare spazio "ad una delle
più grandi orchestre del mondo" , ha salutato il pubblico e
ringraziato le persone che hanno lavorato ad una edizione
annunciata come "bellissima". "Tutti ci hanno messo il loro
cuore" ha commentato.
In totale sul palco 165 tra orchestrali ungheresi e coristi.
In programma anche, per la prima volta in Europa, The Passion of
Ramakrishna di Philip Glass, che descrive gli ultimi giorni di
vita e il trapasso del maestro spirituale indiano morto a causa
di un cancro alla gola per il quale i medici consigliavano
l'assoluto silenzio, ma invano, perché ha continuato a predicare
incurante dei dolori lancinanti.
Il concerto è composto da un prologo, quattro scene e un
epilogo, rese ancor più affascinanti dalla partitura, che affida
la voce del guru indiano all'intero coro del maestro Piero
Monti, ed è accostato alla Ouverture n. 4 in re maggiore di
Bach.
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