Segnali positivi per le
esportazioni del vino umbro con un aumento delle vendite
all'estero del 21,8% grazie alla riapertura dei ristoranti e
delle enoteche in tutto il mondo. Lo ha reso noto Coldiretti,
sulla base dei dati Istat - Coeweb riferiti al primo semestre
2021.
"Iniziamo a riscontrare un aumento della domanda dall'estero,
così come segnali importanti e positivi giungono dai circuiti
interni e da quelli legati al turismo in cantina" afferma
Roberto Berioli produttore vitivinicolo di Magione, impegnato in
questi giorni nelle operazioni di vendemmia che - si legge in
una nota dell'organizzazione degli agricoltori - fanno
prevedere, prevalentemente per il clima dei mesi scorsi, una
"marcata riduzione" della produzione senza però inficiare la
qualità.
"Quello vitivinicolo regionale, con circa 13 mila ettari di
superficie vitata, è un comparto che va sostenuto - sottolinea
il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti - in grado
com'è di esprimere al meglio, anche all'estero, la qualità del
made in Umbria agroalimentare; un punto di forza che svolge un
ruolo traino per l'intera economia locale. A preoccupare dopo il
Covid sono le nuove politiche europee come la proposta di
mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare
il consumo, o anche il via libera dell'Unione europea a nuove
pratiche enologiche come la dealcolazione parziale e totale che
rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo
permettendo di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono
state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per
effetto di un trattamento invasivo che interviene nel secolare
processo di trasformazione dell'uva in mosto e quindi in vino".
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