Al reparto di Neuroriabilitazione
dell'Ospedale di Vipiteno è partito un progetto con l'obiettivo
di insegnare ai pazienti colpiti da ictus a muoversi con
l'ausilio della tecnologia Brain-Computer-Interface. Il progetto
del reparto di Neuroriabilitazione dell'ospedale di Vipiteno,
unico per l'Alto Adige, si chiama "Studio
sull'elettrostimolazione funzionale supportata dalla tecnologia
di Brain-Computer-Interface per la riabilitazione degli arti
superiori dei pazienti con ictus cronico".
L'obiettivo della tecnologia Brain-Computer-Interface (Bci)
nella neuroriabilitazione motoria è quello di "leggere" nei
segnali elettrici di attività cerebrale (Eeg) del paziente
colpito da ictus l'intenzione di voler muovere il braccio
paralizzato e di far eseguire questo movimento immaginato
attraverso un aiuto robotici. Questa tecnica, che - come è stato
spiegato - è disponibile solo in pochi centri al mondo, ha
dimostrato di essere in grado di supportare la neuroplasticità e
il recupero clinico quando viene applicata ripetutamente. Se i
sistemi Bci non possono leggere la mente di una persona, sulla
base dei segnali inviati possono comunque rilevarne le
intenzioni, come la volontà di andare a destra o sinistra, di
muoversi o fermarsi, di affermare o negare.
La scorsa settimana, nell'arco di cinque giornate, terapisti
e tecnici di neurofisiologia del reparto di Neuroriabilitazione
di Vipiteno sono stati formati per essere in grado di utilizzare
questa innovativa tecnologia. Per questa formazione erano
presenti esperti delle principali università tecnologiche del
mondo, in particolare dell'École Polytechnique Fédérale de
Lausanne (Epfl, Svizzera) e della University of Essex (Regno
Unito). Nel contesto del progetto, per un periodo di tre
settimane i pazienti vengono trattati quotidianamente con la
tecnologia di Brain-Computer-Interface. L'obiettivo è quella di
riuscire a leggere l'intenzione del paziente di muoversi per
mezzo di un elettroencefalogramma (Eeg) e quindi attivare gli
stimolatori elettrici sul braccio nonché sull'ortesi della mano
robotica e quindi riuscire a raggiungere, afferrare o rilasciare
oggetti. L'intento è quello di attivare nuovi circuiti neurali
nel cervello delle persone colpite da ictus, che potranno così
riacquisire almeno parzialmente le funzioni perse a causa delle
lesioni al tessuto cerebrale. Florian Zerzer, direttore generale
dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige: "L'ampliamento della
ricerca e l'innovazione vanno avanti all'interno dell'Azienda
sanitaria dell'Alto Adige. Il progetto presentato oggi mostra la
direzione verso cui vogliamo muoverci, perché è lungimirante,
innovativo, con una rete internazionale e con un beneficio che
andrà a vantaggio dei nostri e delle nostre pazienti".
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