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Biodiversità: nuovi organismi individuati nelle acque alpine

Biodiversità

Biodiversità: nuovi organismi individuati nelle acque alpine

Progetto coordinato da Fem, usate tecniche di metagenomica

TRENTO, 12 ottobre 2021, 15:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Trentasette laghi e ventitré fiumi europei monitorati con le tecnologie più innovative sono i protagonisti di uno dei più estesi censimenti della biodiversità lacustre e fluviale dell'intera regione alpina. Grazie al progetto Ecoalpswater, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach nell'ambito di un consorzio che vede coinvolti 12 partner localizzati in Italia, Austria, Francia, Germania, Slovenia e Svizzera, sono state messe a punto mappe dettagliate di distribuzione qualitativa e quantitativa in grado localizzare specie chiave di valore ecologico e sanitario, quindi anche eventuali minacce. L'obiettivo generale del progetto, co-finanziato dall'European Regional Development Fund attraverso il programma Interreg Spazio Alpino, era monitorare la qualità delle acque lacustri e fluviali della regione alpina con tecniche di metagenomica basata sull'analisi del Dna degli organismi acquatici contenuto nei campioni ambientali.
    Come evidenziato dal Nico Salmaso, coordinatore del progetto, "le analisi dei campioni di Dna ambientale hanno permesso di identificare un'elevatissima biodiversità acquatica, basata sull'esame di decine di milioni di sequenze di Dna estratto o rilasciato nell'ambiente da organismi appartenenti ai batteri, cianobatteri, microalghe e pesci. E la cosa straordinaria è che queste analisi hanno permesso di identificare gruppi di organismi prima difficilmente riconoscibili utilizzando tecniche tradizionali, quali la microscopia". Si tratta in particolare di organismi che sfuggono alle analisi tradizionali perché presenti in basse quantità o difficilmente riconoscibili. Tra questi anche una specie di cianobatteri di origine tropicale, rilevata per la prima volta nel lago del Frassino, a sud del lago di Garda. In Europa, la diffusione di questa specie invasiva è legata agli effetti dei cambiamenti climatici. Nelle regioni alpine è stata poi accertata la distribuzione di altre specie di cianobatteri potenzialmente tossigenici nei laghi di Garda, Ledro, Iseo e Como. Le concentrazioni di tossine prodotte da questi cianobatteri rimangono tuttavia ampiamente al di sotto delle linee guida proposte dall'Oms per l'utilizzo delle acque per scopi potabili e ricreativi.
   

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