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Tassista morì dopo aggressione, pena più grave in appello

A 4 anni e 8 mesi. Per giudici non c'è attenuante provocazione

(ANSA) - FIRENZE, 01 FEB - Quattro anni e otto mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale: la Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna ed ha aumentato la pena ai due giovani, all'epoca dei fatti 23enni, che la notte del 12 luglio 2017 a Firenze colpirono con pugni alla testa il tassista Gino Ghirelli, 69 anni, al culmine di una diverbio per il pagamento di una corsa. In seguito ai colpi ricevuti il tassista finì in coma, morendo due anni dopo. In primo grado i due giovani, difesi dall’avvocato Vittorio Sgromo, erano stati condannati, ad aprile scorso, a 3 anni e 1 mese. Il giudice Federico Zampaoli aveva riconosciuto l’attenuante della provocazione, esclusa invece dai giudici d’appello. “Non è ancora finita ma siamo soddisfatte della sentenza” è il commento della vedova del tassista che insieme alla figlia e alla cognata si è costituita parte civile con l’avvocato Roberto Paciucci, e che ha seguito anche oggi l’udienza al Palazzo di giustizia di Firenze. Prima che si verificasse il decesso del tassista i due giovani erano stati assolti in primo grado dall'accusa di lesioni gravissime: era stato loro riconosciuto di aver agito per legittima difesa.

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