"La maglia di
Pelè? E' un pezzo del mio cuore. Sono diventato più famoso per
aver ricevuto in dono da Pelè la maglia del Santos che per aver
giocato con il Bologna in Serie A. Per questo, oltre ad essere
molto dispiaciuto per la sua morte, sarò sempre grato a Pelè per
la notorietà che mi ha regalato con il suo gesto". Mauro
Pasqualini, bolognese di Crevalcore, ha 75 anni e vive a Foiano
della Chiana (Arezzo) dove aiuta alla società calcistica locale
oltre che accudire gli ospiti di un canile. In carriera è stato
un'ala molto stimata dall'allenatore che lo ha lanciato Oronzo
Pugliese e proprio ai tempi del Bologna Pasqualini, siamo nella
stagione 1971-1972, ha partecipato ad una serie di amichevoli
che la squadra rossoblù fece in America giocando contro il
Santos e squadre di altri continenti.
"Dormivamo e mangiavamo nello stesso albergo, volavamo con lo
stesso aereo, ci siamo esibiti in tutta America. Un giorno Pelè
mi avvicinò e mi disse 'sai che mi piace come giochi?' E mi
abbracciò. Per me, semplice giocatore del Bologna, catturare
l'attenzione della leggenda del calcio, fu come aver vinto il
campionato del mondo. Poi mi regalò la sua maglia come gesto di
stima e affetto. Da allora, ogni volta che ci sono i Mondiali,
mi chiedono di esibirla e parlare di questa storia, lo faccio
volentieri per esaltare un campione. C'è gente che lo ha visto
solo in tv, io ho avuto la fortuna di vivere con lui
un'esperienza bellissima". Oggi la maglia di Pelè, custodita
sempre gelosamente, aumenta ancora di più il suo valore, spiega
Pasqualini, in termini affettivi. "Me l'hanno chiesta in tanti,
offrendomi anche cifre importanti, ma io non l'ho mai ceduta. E'
un pezzo di me e del mio cuore".
Oltre al Bologna, Pasqualini giocò in carriera pure col
Cesena di Gigi Radice che per la prima volta nella storia centrò
la promozione di serie A, e anche in Arezzo, Lucchese, Monza.
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