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Costa Concordia, l'inchino fatale a Ossi di Seppia su Raiplay

Costa Concordia, l'inchino fatale a Ossi di Seppia su Raiplay

In esclusiva dall' 11 gennaio

ROMA, 10 gennaio 2022, 17:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Avremmo potuto salvarle tutte, perché la nave ha resistito per parecchie ore, benché rovesciata su un fianco. Se ci fosse stata l'autorità a bordo". Gregorio De Falco, ex capo della sezione operativa della capitaneria di porto di Livorno, lo sottolinea nella quindicesima puntata, 'Concordia, l'inchino fatale. Una tragedia che si poteva evitare', di 'Ossi di Seppia, quello che ricordiamo' dall'11 gennaio su RaiPlay. De Falco ricorda le drammatiche ore fra caos, paura, passeggeri che si gettavano in mare per salvarsi ed altri che sono rimasti intrappolati all'interno della Costa Concordia, a dieci anni dal naufragio della nave.
    E' il 13 gennaio del 2012: la Costa Concordia, in navigazione da Civitavecchia a Savona per una crociera nel Mediterraneo, finisce contro gli scogli delle Scole, davanti all'Isola del Giglio.
    A bordo ci sono 4232 passeggeri e nessuno di loro viene informato dell'urto. Circa un'ora dopo l'impatto la nave inizia ad inclinarsi, mostra uno squarcio lungo oltre 50 metri sul fianco sinistro e si allaga in pochi minuti fino a un totale blackout.
    Sulla scena intervengono circa cinquanta unità navali e otto elicotteri e già con le prime ore dell'alba emerge chiaramente che il naufragio è avvenuto per un errore umano. "Come un animale mitologico - racconta De Falco - la nave riversa sulla costa dell'isola del Giglio mostra la pancia lacerata, squarciata. Nella società di oggi qualunque atto, anche modesto, di piccola scelleratezza si riversa sulla globalità in maniera del tutto imprevedibile…immedesimarsi nel destino degli altri è l'unico modo per far bene il proprio ruolo, per far in modo che le aspettative del proprio ruolo non vadano deluse e non deludano te stesso". Nel naufragio muoiono 32 persone e decine sono quelle ferite. Il comandante Francesco Schettino viene condannato a 16 anni.
    "Ossi di Seppia, quello che ricordiamo", la prima serie tv non fiction dell'era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese.
   
   

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