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Musei, l'allarme di Schmidt "Più personale o si chiude"

Musei, l'allarme di Schmidt "Più personale o si chiude"

ROMA, 18 agosto 2022, 14:59

Redazione ANSA

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Musei, l'allarme di Schmidt "Più personale o si chiude" Direttore degli Uffizi all'ANSA, il nuovo governo ne tenga conto ROMA (di Silvia Lambertucci) Agli Uffizi un luglio da record, con 427.856 visitatori, mai così tanti nella storia del museo. E poi un Ferragosto col botto, quasi 43 mila persone nel weekend festivo con tutto che il 15 si poteva entrare soltanto a Boboli. Dopo i due anni durissimi della pandemia, i luoghi della cultura italiani tornano a riempirsi quanto e più del 2019, in prima fila proprio il museo fiorentino che già nel 2021 aveva festeggiato il primato del più visitato d'Italia. Anzi, da Roma a Milano, dalla Galleria Borghese a Pompei, crescono i visitatori e diminuiscono le file, si progettano nuovi ristoranti e caffetterie, si investe come non mai sulla ricerca. Un problema però c'è ed è quello di un personale "ovunque ridotto all'osso", spiega all'ANSA Eike Schmidt, da quasi sette anni alla guida del museo più famoso e gettonato del Paese. Un nodo nevralgico da affrontare subito, assicura, "altrimenti si chiude". Impossibile rimandare, dice lo storico dell'arte tedesco arrivato in Italia nel 2015 - la nomina è proprio del 18 agosto - con il primo concorso per i direttori dei musei ad autonomia speciale lanciati dalla riforma Franceschini. "Autonomia speciale o sarebbe meglio dire autonomia parziale", sottolinea lui pacato. Perché la riforma ha cambiato in meglio tante cose, ma le piante organiche dei musei autonomi rimangono di pertinenza dell'amministrazione centrale e i direttori manager su questo non hanno potere di intervento. Un tema che, a sette anni dalla sua entrata in vigore, rimane secondo Schmidt il tallone d'Achille della rivoluzione di Franceschini, per tutto il resto promossa a pieni voti in una lunga conversazione che tocca i temi della produzione scientifica ("enormemente cresciuta in questi anni"), la migliorata capacità di spesa, le facilitazioni organizzative, le entrate economiche in continua crescita. "Quella delle risorse umane è la sfida più grande che si troverà ad affrontare chiunque col nuovo governo dovrà occuparsi della politica per la cultura", ribadisce il direttore. Che guarda al futuro con una miriade di progetti, di eventi, di mostre e di nuove aperture a Firenze e non solo, grazie al successo degli Uffizi diffusi. "In un periodo in cui l'offerta museale cresce e i visitatori tornano ad aumentare, il numero degli addetti nei musei continua a contrarsi", fa notare, rivelando di aver appena ricevuto una circolare del Mic che riduce di un ulteriore 9% l'organico delle Gallerie. Un tema, si sa, è anche l'invecchiamento del personale: solo alle Gallerie degli Uffizi dal 2013 al 2022 sono andati in pensione 166 addetti a fronte di 34 nuovi ingressi totali (un numero che tiene conto dei 15 vigilanti vincitori di concorso che arriveranno a Firenze a settembre). Il bilancio in negativo è quindi di 132 unità, delle quali 67 nel settore della vigilanza. Una carenza drammatica e, secondo Schmidt, "sicuramente condivisa da molti altri musei, archivi, biblioteche" che porta il direttore alla convinzione che "con l'attuale modello non c'è la possibilità di una gestione efficace ed efficiente del personale". Accanto alle ombre, le luci. Perché ci sono settori, insiste Schmidt, nei quali i cambiamenti hanno portato ottimi frutti. I servizi, per esempio, per i quali gli Uffizi hanno in serbo una serie di novità.
    Schmidt snocciola un elenco di aperture, dalla nuova Coffe House di Boboli al restauro del bar di Pitti, a cui si aggiungeranno l'anno prossimo e nel 2024 una gelateria e una caffetteria al Prato dei Castagni e un terzo luogo di ristorazione al Tagliere.
    Nel palazzo degli Uffizi, che già può contare su un bar con vista sullo splendido terrazzo, arriveranno un ristorante, altri due bar e una pasticceria. Ci sono poi i progetti espositivi, dalle nuove sale con gli autoritratti degli artisti alla mostra dedicata a Eleonora da Toledo che aprirà nel 2023, oltre ad un'altra a gennaio su Rudolph Levi e un'esposizione sulla finanza nell'antica Roma. Senza dimenticare gli Uffizi diffusi, dall'intera sala a Ravenna nella Casa di Dante ai lavori per il restauro e l'allestimento della Villa Ambrogiana di Montelupo.
    Un'offerta davvero ampia che certo non comunica un'idea di crisi. "Questo perché tutte le autonomie parziali che sono state date a musei e siti archeologici hanno dato grandi frutti - ribadisce -. Ma il fatto che non ci sia alcuna cogestione delle risorse umane rimane un vulnus della riforma. Su questo chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere. Si può scegliere tra diverse soluzioni. L'unica cosa che non si può fare è rimanere fermi".
   

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