(dell'inviata Alessandra Magliaro) (ANSA) - VENEZIA, 01 SET -
Venezia 78 si comincia. Alla presenza del presidente della
Repubblica Sergio Mattarella - accolto calorosamente da applausi
e standing ovation - e del ministro della Cultura Dario
Franceschini, con Roberto Benigni Leone d'oro alla carriera
mattatore come era prevedibile, ha preso il via la Mostra del
cinema di Venezia che l'11 settembre da un giuria presieduta dal
coreano Bong Joo-ho, il regista Oscar di Parasite assegnerà il
Leone d'oro 2021. Un'edizione di grandi aspettative per la
selezione con film attesissimi (dal sold out Dune di Denis
Villeneuve al nuovo Sorrentino E' stata la mano di Dio) e per
l'atmosfera che si respira al Lido tornato affollato di
accreditati, 9mila da tutto il mondo rispetto ai 'coraggiosi'
6mila dello scorso anno in piena pandemia, che spinge a credere
che il cinema da qui può ripartire davvero. ''A Mattarella
voglio bene la vorrei abbracciare rimanga qualche anno in più.
Vorrei essere un Grande Elettore per chiedere il rinnovo del suo
mandato, in questi anni ci ha aiutato tanto''. E ancora: ''Il
Leone? Mi meritavo un micino'', scherza l'inarrestabile Benigni
spiegando che quando l'ha saputo ha 'fatto passi di rumba, nudo
però''. Emozionatissimo ricevendo il Leone alla carriera accolto
da una standing ovation del pubblico. ''Non è emozione è di più
- dice - è un sentimento d'amore quello che provo e che vorrei
restituire, decuplicato''. Poi la commovente dedica finale
rivolto alla moglie-musa, alla sua Beatrice come la regista Jane
Campion chiama la Braschi: ''A chi dedico il Leone? Non posso
dedicarlo a Nicoletta: è il suo. Abbiamo fatto tutto insieme,
per 40 anni. Lo portiamo a casa e lo dividiamo così: io mi
prendo la coda per mostrarti la mia gratitudine, le ali invece
sono le tue per il talento, il mistero, il fascino, la
femminilità. Emani luce. E' stato amore a prima vista, anzi a
eterna vista''. E all'uscita dalla sala fermandosi con i
cronisti sottolinea ancora: "potevo parlare solo di lavoro, e
l'ho fatto ringraziando tutti i registi che mi hanno diretto, ma
non ce l'ho fatta perchè in un momento così dovevo parlare di
lei, abbiamo fatto tutto insieme, Nicoletta è tutto per me. E
poi, sarà banale, ma devo ringraziare e dedicarlo agli italiani
perchè mi hanno vita e fantasia". Apertura ad alto tasso emotivo
insomma per questo festival. Se siano due settimane di 'bolla'
rispetto alla ripartenza del botteghino si vedrà. Fatto è che le
speranze da qui sono altissime, una Venezia del riscatto e della
riscossa, è stata definita in Sala Grande alla cerimonia
condotta da Serena Rossi che in apertura ha voluto rivolgere un
pensiero alle mamme afgane e agli artisti in pericolo. "E' un
momento d'oro per il cinema italiano e qui a Venezia farà la sua
parte. Da Venezia c'è una ripartenza vera! E' ora che chi ama il
cinema lo dimostri tornando a frequentare le sale", sottolinea
il ministro della Cultura, Dario Franceschini entrando in sala.
Sul tappeto rosso sfilano molti beneauguranti abiti chiari,
beige tutto ricamato quello di Isabelle Huppert, con maniche a
pipistrello quello di Alba Rohrwacher che entra con il marito
Saverio Costanzo, membro della giuria. Tra i presenti anche Luca
Guadagnino e Jane Campion che entra mano nella mano con
Nicoletta Braschi. ''Di Roberto Benigni c'è bisogno'', dice la
regista neozelandese salendo sul palco, ''anima innocente che ci
riporta alla gioia di essere vivi e innamorati. A casa Benigni
il Leone sarà un animale domestico condiviso con Nicoletta, la
sua Beatrice''. Intanto nella prima giornata si è partiti con un
film emozionante e toccante: Madres Parallelas di Pedro
Almodovar con Penelope Cruz in quello che lei stessa definisce
"il mio ruolo più difficile". Al settimo film con il regista
spagnolo è una madre imperfetta, volenterosa ma lontana dalle
regole in una storia potente che parte dalla casuale conoscenza
tra due donne in ospedale in procinto di partorire (una Penelope
è una fotografa affermata, l'altra è la minorenne Ana
interpretata Milena Smith, rimbalzata da un genitore all'altro)
per affrontare l'universo femminile nelle sue contemporanee
contraddizioni. E non solo: in Madres Paralelas (al cinema con
Warner dal 28 ottobre) Almodovar affronta una forte tematica
storica, quella della memoria e dei conti con un passato che il
suo paese ancora in parte non ha fatto, quelle migliaia di
desaparecidos della guerra civile (il più famoso dei quali è il
poeta Federico Garcia Lorca ucciso dai franchisti, gettato in
una fossa comune e i cui resti non sono mai stati riesumati).
Penelope Cruz, che è in lizza per la Coppa Volpi anche con un
altro film in concorso, Official Competition con Antonio
Banderas e Oscar Martinez per la regia di Mariano Cohn e Gastón
Duprat, nel film di Almodovar offre una interpretazione alla
Anna Magnani. "Ogni volta è un regalo, la partenza per un
viaggio intenso e avvincente. Quando mi propone una parte penso:
'quest'uomo ha scritto un'altra meraviglia. Inutile dire che la
sua è la telefonata più attesa", dice. Se Almodovar è in
apertura di Venezia 78, l'altro film della giornata è Les
Promesses di Thomas Kruithof che ha aperto Orizzonti.
Protagonista è Isabelle Huppert, sindaca di un sobborgo
parigino, ambiziosa, dominata dal fascino del potere dietro
un'aria di correttezza e compassione dei suoi elettori di
periferia che abitano un condominio fatiscente.
MA/ S0B QBXB
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