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Sangiuliano, 5 milioni reperti nei musei ma solo 480mila esposti

Sangiuliano, 5 milioni reperti nei musei ma solo 480mila esposti

Rendere accessibili siti chiusi e duplicare, esempio un Uffizi 2

ROMA, 01 dicembre 2022, 14:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"L'Italia è una superpotenza culturale globale. Dispone di un unicum di patrimonio culturale.
    Dopo la pandemia, che ha avuto un evidente impatto negativo in termini di numero di visitatori, gli ultimi mesi hanno fatto segnare - pur non disponendo ancora di numeri precisi - uno straordinario recupero". Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in audizione davanti alle Commissioni Cultura di Camera e Senato.
    "Un censimento eseguito nel 2021 ha consentito di far luce sulle criticità gestionali del patrimonio museale statale - ha proseguito -. La prima debolezza consiste nella limitatezza della conoscenza e della documentazione: solo il 60% dei siti è rilevato, spesso in maniera parziale e analogica. Il 90% delle opere o dei reperti sono nei depositi, così come nel resto del mondo: il problema è che in Italia il patrimonio è talmente diffuso, che nei depositi dei soli musei afferenti alla Direzione generale sono custoditi circa 5.000.000 di opere e di reperti, mentre ne vengono esposti all'incirca 480.000".
    Il ministro ha sottolineato che "nel 2019, ultimo anno pre-pandemia, solo cinque siti a pagamento superavano il milione di visitatori (Colosseo-Foro, Pompei, Uffizi, Gallerie dell'Accademia, Castel Sant'Angelo), realizzando più di due terzi di tutti gli introiti lordi". "Bisogna lavorare, con politiche mirate, affinché altri siti possano raggiungere queste cifre - ha aggiunto -. È necessario attuare politiche che portino le persone a frequentare i musei e le aree archeologiche meno frequentati. In alcuni casi si tratta anche di rendere fruibili luoghi normalmente chiusi al pubblico o aperti solo saltuariamente".
    "In molte situazioni di siti ingiustamente definiti minori, la gestione statale diretta potrebbe essere anche sostituita dalla concessione a realtà del territorio, che si impegnino a garantire un'apertura costante. Si può anche pensare ad una strategia di lungo periodo che può portare alcuni grandi musei a generare nuovi spazi espositivi come hanno fatto alcuni grandi musei internazionali. Ad un Uffizi 2 ad esempio a Firenze, in Toscana o perchè no anche all'estero come fatto dal Louvre".
   
   

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