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Ragazzi persi senza social, ma temono furto dei contenuti

Genitori chiedono di alzare l'età per la 'connessione' a 16 anni

Il 27% è ansioso o agitato senza l'utilizzo dei social, mentre il 22% si sentirebbe addirittura perso. Ma più del 70% prova un 'forte timore' rispetto al fatto che i dati che condivide quotidianamente online, come gli aggiornamenti sui canali social, la navigazione nel web e le tracce di dati di utilizzo di Internet e degli smartphone, vengano 'rubati' cioè utilizzati senza consenso. Sono alcuni dei dati del report "Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale" realizzato da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids, condotto su un campione di 804 genitori e 815 giovani tra i 12 e i 18 anni. Il documento è stato presentato a Milano in occasione dell'imminente Safer Internet Day, la giornata mondiale dedicata all'uso consapevole e responsabile di Internet. Il rapporto complessivamente registra un aumento delle preoccupazioni, condivise da genitori e adolescenti, circa gli effetti negativi che possono scaturire da un'esposizione eccessiva agli schermi digitali dei giovanissimi, il 50% dei quali sta sui social e chatta 2-3 ore giorno. Un dato in crescita rispetto al 2018 quando erano il 43%. Ben il 14% degli intervistati passa sui social e chattando dalle quattro alle sei ore al giorno e un 3% è sempre connesso.

Nonostante l'utilizzo quotidiano dei device, non sempre i giovani utenti sono totalmente consapevoli di come evitare i pericoli, controllarli o segnalarli. A quasi un ragazzo su due è capitato di incappare online in contenuti poco appropriati e il 25% è rimasto turbato e impressionato. Per i ragazzi tra i rischi che si corrono online "il più probabile" è di essere contattati da estranei adulti (65% dei casi, percentuale che si innalza al 70% se si prendono in esame solamente le ragazze e i più piccoli, dai 12 ai 14 anni). Seguono il bullismo (57%), oversharing di dati personali (54%), la visione di contenuti violenti (53%) o sessualmente espliciti (45%), l'invio di contenuti di cui ci si potrebbe pentire (36%), le spese eccessive (19%), il gioco d'azzardo (14%).

Anche secondo i genitori, per 75%, il pericolo maggiore sul web è quello di essere contattati da estranei adulti. Un dato definito dal Telefono Azzurro "interessante" emerge sull'age verification da parte di social network, app e altri siti Internet: per gli adolescenti è di media 15 anni, per i genitori un anno in più, 16. In entrambi i casi si tratta di un discrimine superiore rispetto a quello individuato dall'Italia di 14 anni in seguito alla normativa europea per il consenso al trattamento dei dati. I sistemi di age verification, e quindi della necessità di un loro utilizzo per un periodo più lungo, per il 70% degli adolescenti intervistati sono molto utili per non trovarsi in situazioni rischiose, per il 65% per fare in modo che non compiano azioni senza pensare alle possibili conseguenze e per il 61% per evitare che vedano contenuti inappropriati. "I ragazzi si rendono conto, soprattutto quando cominciano a diventare più grandi, che è importante questo sistema di verifica dell'età. Però è anche vero che l'age verification formalmente esiste, ma nella sostanza i ragazzi sanno che possono facilmente superare qualsiasi tipo di blocco", ha detto il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, alla presentazione del rapporto. "Questa una è battaglia che si può affrontare e superare - ha sottolineato -, le tecnologie oggi ci permettono di trovare nuove risposte". Bisogna "insistere su questa strada" e discuterne "anche con i colleghi che seguono percorsi europei".

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