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Tour: Pogacar il favorito, l'Italia punta su Caruso

Tour: Pogacar il favorito, l'Italia punta su Caruso

 Venerdì via da Copenaghen. Ganna punta alla prima maglia gialla

26 giugno 2022, 19:32

Redazione ANSA

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Tour: Pogacar il favorito, l 'Italia punta su Caruso - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tour: Pogacar il favorito, l 'Italia punta su Caruso - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tour: Pogacar il favorito, l 'Italia punta su Caruso - RIPRODUZIONE RISERVATA

 L'appuntamento con il 109/o Tour de France di ciclismo si avvicina, obbligando le squadre a stringere i tempi per mettere a punto strategie e uomini, in vista del via da Copenaghen venerdi' prossimo. Il Covid ha risidegnato la classifica generale del Giro di Svizzera e potrebbe avere straschichi anche sulla Grande Boucle. Guai ad abbassare la guardia, perché il virus può azzerare ambizioni e stroncare velleità di successo. C'è chi punta alla maglia gialla finale (Tadej Pogacar su tutti); chi a qualche tappa di prestigio (Damiano Caruso) e a un posto sul podio; chi alle crono (Filippo Ganna); chi, invece, alla prima maglia gialla, che verrà assegnata venerdì primo luglio. Il primo capitolo di una corsa da vivere giorno dopo giorno sarà una crono di 13,2 chilometri a Copenaghen (anche il Giro d'Italia nel 2012 partì dalla Danimarca, ma da Herling). Il belga Wout Van Aert punterà al successo contro il rivale - che farà lo stesso - l'olandese Mathieu Van der Poel; entrambi, però, dovranno fare i conti con il bi-campione del mondo, nonché neocampione italiano delle sfide contro il tempo, Filippo Ganna. Quest'ultimo, chiusa l'esperienza al Tour, punterà dritto al record dell'ora fissato ad agosto. I francesi non nutrono grandi ambizioni, perché il presente non è particolarmente roseo. L'ultimo vincitore transalpino resta Bernard Hinault nel 1985. Da quel momento in poi solo cinque secondi posti, compreso quello per soli 8″ di Laurent Fignon, che dilapidò un vantaggio di 50″ su Greg Lemond nel 1989. I tempi delle vacche grasse sono finiti: a parte il fumo negli occhi di Thomas Voeckler nel 2011 e di Julian Alaphilippe nel 2019, resta poco o niente.

Speranze (poche) riposte in Romain Bardet, Thibaut Pinot e David Gaudu, con il primo dei tre già finito due volte sul podio della Grande Boucle, secondo nel 2016 e terzo nel 2017. Il grande favorito resta dunque Pogacar, che insegue il terzo sigillo consecutivo. Il capitano della UAE Emirates raccoglierà la nuova sfida del connazionale Primoz Roglic, dei danesi Jonas Vingegaard e Jakob Fuglsang, dei britannici Thomas Pidcock e Adam Yates, dei colombiani Nairo Quintana e Rigoberto Uran. Il tri-campione del mondo Peter Sagan andrà a caccia della classifica a punti. Le speranze dell'Italia sono riposte ancora in corridore siciliano, dopo l'ultimo successo del messinese Vincenzo Nibali, che trionfò sui Campi Elisi nel 2014: si tratta di Damiano Caruso, da Ragusa, che ha rinunciato al Giro d'Italia - dove probabilmente avrebbe potuto puntare al successo - per preparare al meglio il Tour. Le prime tre tappe andranno in scena in Danimarca, che ospiterà 400 dei 3.350 chilometri del percorso complessivo. La carovana rientrerà in Francia con la 4/a frazione, da Dunkerque a Calais. Nei giorni seguenti renderà omaggio alla foresta di Arenberg, simbolo della 'Roubaix'. Da cerchiare in rosso la 7/a tappa che l'8 luglio porterà i corridori sulla Planche des Belles Filles, nei Vosgi, con pendenza del 10% e l'arrivo su sterrato. In seguito ci saranno le Alpi, con uno sconfinamento in Svizzera. Il 14 luglio, giorno della festa nazionale francese, l'arrivo all'Alpe d'Huez. I Pirenei verranno affrontari nell'ultima settimana. L'ultima crono di 40 chilometri si concluderà a Rocamadour, prima della passerella ai piedi dell'Arco di Trionfo di domenica 24 luglio.

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