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La madre di una ginnasta 13enne: 'Lo sport non distrugga'

La madre di una ginnasta 13enne: 'Lo sport non distrugga'

"A 13 anni, mia figlia ha sperimentato l'abuso emotivo, il bullismo e l'isolamento da parte della sua istruttrice".

MILANO, 01 novembre 2022, 20:02

Redazione ANSA

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(Archivio) © ANSA/EPA

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Il sogno della ginnastica si è infranto, a soli tredici anni, contro le umiliazioni e le mortificazioni, anche pubbliche. "Come vi ho creato, vi distruggo", diceva la sua istruttrice. E' la storia raccontata dalla madre di una 'farfallina' a ChangeTheGame, associazione che protegge atlete e atleti dagli abusi nello sport. La donna è stata la prima a denunciare gli abusi alla Federazione italiana di ginnastica, ottenendo 45 giorni di sospensione per l'allenatrice; ed insieme ad altre mamme si è rivolta al 'safeguarding office', la commissione etica della Federazione Ginnastica d'Italia, "ma ancora siamo in attesa di sviluppi".

"Leggo con sgomento le denunce che in questi giorni si stanno susseguendo legate al mondo della ginnastica ritmica e artistica - scrive all'associazione la madre -, ragazze che hanno deciso di aprirsi e parlare, raccontando la loro storia. Una storia comune ad altre bambine". Proprio come la sua: "a soli 13 anni mia figlia ha sperimentato l'abuso emotivo, il bullismo e l'isolamento da parte della sua istruttrice, riuscendo a parlarne solo dopo mesi con me. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte a tutte le compagne, allo scopo di demolirne l'autostima, a tal punto da farla smettere. Un cambio di atteggiamento repentino e traumatizzante da parte dell'allenatrice che è passata dall'incoraggiarla al dileggiarla, schernirla ed isolarla".

Comportamenti, sostiene, che "non erano sporadici e coinvolgevano anche altre ragazzine apostrofate con epiteti come 'ippopotamo, vitello tonnato, cinghiale'". "Questa istruttrice, con mia figlia presente, chiedeva alla sua amica del cuore di non frequentarla, altrimenti avrebbe fatto la stessa fine, cioè quella di dover abbandonare la ginnastica - racconta ancora la donna - Mai avrei immaginato che chi insegna sport potesse abusare del suo ruolo in modo così devastante. Lo sport forma il carattere, non lo distrugge. C' è voluto un anno per recuperare la serenità emotiva di mia figlia". Che, dopo mesi difficili, ha ricominciato ad allenarsi: "La sua società è una rara isola felice. L'aspetto umano e il rispetto sono al primo posto. Le bambine e le ragazze sono aiutate, sostenute ed incoraggiate, ottenendo risultati eccellenti", conclude sottolineando che ora la figlia "sa che lo sport non è fatto solo di fatiche e sacrifici ma anche e soprattutto di gioia e amore".

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