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Mourinho alla Roma, cosa resta dello Special One

Mourinho alla Roma, cosa resta dello Special One

Da 'zeru tituli' al giallorosso, passando per 3 esoneri

ROMA, 04 maggio 2021, 16:39

Redazione ANSA

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Jose Mourinho © ANSA/EPA

Jose Mourinho © ANSA/EPA
Jose Mourinho © ANSA/EPA

   Dallo 'Special One' al 'Daje Roma'. Undici anni dopo il 'triplete' vinto con l'Inter, Jose Mourinho torna in Italia. Dalla prossima e per tre stagioni allenerà la Roma, club come lui in cerca di riscatto. La squadra per la quale nel 2009 aveva coniato l'ormai celebre "zero tituli", in polemica dopo un rigore contestato. Ma è suo anche il copyright di 'Special One', come si definì il giorno della presentazione al Chelsea: "Non chiamatemi arrogante, ma sono campione d'Europa e credo di essere speciale. Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto. Una bella sedia blu, una Champions League, Dio, e dopo Dio, io". Ecco, questo era il personaggio Mourinho allora (ma si parla di quasi 17 anni fa), reduce dal primo successo di peso della sua carriera.

    Per i detrattatori il portoghese di Setubal, 58 anni, è più bravo come comunicatore che come allenatore. E viene in mente l'episodio del gesto delle manette, esibito il 20 febbraio 2010 dopo uno 0-0 bollente con la Sampdoria, con l'Inter in 9 all'intervallo. Come a dire "per fermarmi mi dovete arrestare".

    Una protesta plateale che infiammò San Siro e gli costò tre turni di squalifica. Ma la maggiorparte dei giocatori che ha allenato lo celebrano per capacità motivazionali e carisma contagioso.

    Sposato, due figli, suo papà Felix ha giocato in porta nella massima serie portoghese per poi sedere in panchina. Mourinho figlio sul campo non ha mai sfondato. Si è quindi dedicato alla carriera di tecnico ed il trampolino di lancio verso il calcio che conta glielo fornisce il Porto, dove in due stagioni e mezza vince due campionati (2003 e 2004), una Coppa (2003) e una Supercoppa nazionale (2003), ma soprattutto una Coppa UEFA (2003) e una Champions (2004). Sbarca in Inghilterra e vince due Premier League con il Chelsea (2005, 2006), due Coppe di Lega (2005, 2007), una Coppa d'Inghilterra (2006-2007) e una Supercoppa inglese (2005). Nel 2008 approda all'Inter, che conduce alla vittoria di due campionati (2009 e 2010), una Coppa Italia (2010), una Supercoppa italiana (2008) e una Champions (2010), che completa il 'triplete' nerazzurra.

    La campagna d'Europa di Mourinho prosegue quindi in Spagna. Con il Real Madrid arrivano i successi nella Liga (2012), una Coppa del Re (2011) e una Supercoppa spagnola (2012). Ma niente Champions e così lo 'Special One' tornare al Chelsea, con cui vince un altro campionato (2015) e un'altra Coppa di Lega (2015). Al Manchester United vince una Supercoppa inglese (2016), una Coppa di Lega (2017) e un'Europa League (2017).

    Non solo allori, però, sul suo cammino. Con il ben servito ricevuto a metà aprile dal Tottenham sono saliti a tre i licenziamenti consecutivi subiti da Mourinho in Premier, mettendo in fila quelli incassati con Chelsea, United e appunto Tottenham. "All'Inter sono legato profondamente, ma non avrei problemi ad allenare in Italia una sua rivale", aveva detto pochi giorni fa il portoghese. Anche queste parole non dette a caso.

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