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La 'guerra' dell'esercito nella Terra dei Fuochi con l’aiuto dei cittadini

La 'guerra' dell'esercito nella Terra dei Fuochi con l’aiuto dei cittadini

Anche i droni sono entrati in azione, sanzioni raddoppiate. Scattata l'operazione 'Primavera' dei militari

26 marzo 2023, 18:28

Di Alfonso Pirozzi e Ciro Fusco

ANSACheck

Terra dei fuochi: da giugno nuovi mezzi aerei contro i roghi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Terra dei fuochi: da giugno nuovi mezzi aerei contro i roghi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Terra dei fuochi: da giugno nuovi mezzi aerei contro i roghi - RIPRODUZIONE RISERVATA

(il reportage di Alfonso Pirozzi e Ciro Fusco)

Si chiama "Operazione Primavera". A condurla in Campania sono anche i militari dell'Esercito Italiano ma non si tratta di un'attività di guerra o di difesa del territorio: nel mirino ci sono i roghi tossici. Non solo repressione ma anche prevenzione dei roghi nella cosiddetta 'Terra dei Fuochi', area compresa tra le province di Napoli e Caserta, con un'attività che si svolgerà pure nelle scuole. Perché soprattutto loro, i più giovani, devono sapere. Agli studenti verranno illustrate le conseguenze di un rogo di rifiuti, prevalentemente scarti di lavorazione di piccole aziende e di attività artigianali non in regola, e che quindi non possono seguire la regolare filiera dello smaltimento. Ma c'è anche chi si affida a percorsi illegali per abbattere i costi. E ai ragazzi verrà  anche descritta l'attività che un team di soldati - abituati ad essere impegnati in altri scenari - inquadrato a rotazione nel Raggruppamento Campania di Strade Sicure, svolge quotidianamente ormai da anni. Si tratta di un'azione di controllo, prevenzione, repressione svolta con le altre forze di polizia e di verifica finale. 
 

Il sito ufficiale dell'Esercito italiano
In azione da dicembre a Napoli per l'operazione "Terra dei fuochi" ci sono 200 soldati del I reggimento bersaglieri di Cosenza, che è alle dipendenze della brigata bersaglieri 'Garibaldi' di Caserta. Si tratta di un reggimento con tanta esperienza fuori area, addestrato per condurre delicate operazioni di peace keeping ma che ora dovrà contrastare fino all'estate i roghi di rifiuti e i fumi che rovinano le notti, e la salute, di tanti cittadini. Il loro impegno sarà per un semestre, poi si alterneranno con un altro reparto.  

Al termine dei sei mesi torneranno a Cosenza per riprendere la consueta attività addestrativa. A coordinarli in questa missione in Campania è il comandante del Reggimento, il colonnello Francesco Ferrara, 49 anni, pugliese, che inizia ogni mattina il suo lavoro confrontandosi con alcuni stretti collaboratori e aggiornando una grande mappa topografica delle province di Napoli e Caserta che campeggia, accanto ad un maxischermo, nella nuova centrale operativa allestita da qualche mese nei locali della caserma 'Calò' di corso Malta a Napoli.  


Il comando centrale dell'Esercito nella Terra dei Fuochi

Una mappa tradizionale con tanti punti che indicano i luoghi delle province di Napoli e Caserta dove si vanno ad eseguire i controlli. "Ci fidiamo della tecnologia ma se qualcosa dovesse andare storto - dice scherzando, ma non troppo, il colonnello Ferrara - sappiamo comunque cosa fare e dove andare". Attività di iniziativa ma anche molto spesso sollecitata da cittadini che, vedendo un cumulo di spazzatura o di scarti di lavorazione, chiamano temendo che nottetempo possano essere dati alle fiamme e dunque avvelenare l'aria. E' il frutto delle campagne di sensibilizzazione degli anni scorsi, un’attività informativa che ora proseguirà con l'Operazione Primavera nelle scuole.

La Terra dei fuochi, l'illegalità è sovrana

"Ci telefonano anche persone indignate dicendo che hanno trovato rifiuti - spiega Ferrara - negli stessi posti ripuliti da soli pochi giorni. Cittadini che hanno consapevolezza di quanti sforzi si fanno per scongiurare i roghi". E che ora sanno quanto costa alla collettività rimuovere i rifiuti lasciati sulle strade: costi che lievitano sensibilmente dopo che gli scarti sono dati alle fiamme. I soldati agiscono in attività di pattugliamento alla ricerca di siti di sversamento o di attività che possono dar luogo a trattamento illecito dei rifiuti (è classificata operazione di I livello), poi in sinergia con l’enorme di polizia e infine nei cosiddetti 'Action Day', con la partecipazione di altri enti deputati alla tutela della salute sotto il coordinamento dell'incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania, il prefetto  Filippo Romano. I roghi negli ultimi anni sono sensibilmente diminuiti: la strategia dei controlli 'puntuali' è stata vincente e si va avanti su questa strada anche grazie all'impiego di nuovi mezzi e tecnologie. 

L'operdazione Strade sicure dell'Esercito italiano

I 200 soldati attualmente impegnati nell'operazione "Terra dei fuochi" sono suddivisi in due Compagnie, guidate da due giovani ufficiali, che hanno preso in pochi giorni dimestichezza con le norme del Testo unico ambientale e che tengono sotto controllo le stradine più periferiche - sia di alcuni piccoli Comuni o di grandi centri - dove più frequentemente avvengono gli sversamenti; cumuli di rifiuti che poi diventano il 'letto' utile a far bruciare di tutto.  

 

Esercito, droni per monitorare la Terra dei Fuochi

"Ci stavamo concentrando su alcuni Comuni della provincia – dice ancora Ferrara - ma poi girando a qualche chilometro dalla nostra caserma abbiamo trovato delle situazioni che meritavano attenzione". Anche perché basta la presenza di qualche vecchio copertone di auto abbandonato a far scattare l'alert, visto che potrebbe servire per innescare un incendio. Soldati ormai addestrati a leggere tra i rifiuti: "C'è sempre qualche elemento - spiega Ferrara - che ci porta ad individuare chi li ha prodotti, chi li ha abbandonati". E dopo le individuazioni scattano le sanzioni che possono essere per decine di migliaia di euro. 

I controlli 'puntuali' da parte dei militari sono eseguiti anche con l'impiego di un aereo a pilotaggio remoto (Raven) , condotto da terra da un plotone di specialisti del 41mo Reggimento "Cordenons", mentre a giugno arriveranno droni più performanti. 

Sono piccoli velivoli del peso di qualche chilo lanciati in volo da uno specialista e che possono allontanarsi fino ad una decina di chilometri dalla base di lancio. E così dall'alto, senza essere notati, si potrà accertare dove sta avvenendo l'abbandono di rifiuti e dove semmai è già avvenuto. E' successo di recente a Giugliano quando il Raven, che era in volo sulla cittadina della provincia d Napoli ad una quota che lo rendeva quasi invisibile da terra, ha ripreso un furgone che stava scaricando rifiuti in un viottolo di campagna. Mezzo poi raggiunto, nel giro di pochi minuti, dalle pattuglie dislocate sul territorio. Ma non solo. Dall'alto il Raven, come spiega il capitano Alessandro Giampietro, che comanda la compagnia dispiegata sul territorio della provincia di Napoli, fornisce tutti gli elementi utili per eseguire controlli su attività presenti sul territorio. Il primo segnale di allarme è quello dell'accumulo 'anomalo'. Così al setaccio finiscono anche aziende o abitazioni. 

La lotta dell'Esercito ai roghi, tutti i numeri

Quindi si interviene, si verifica la regolarità documentale, se lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti è autorizzato ed è eseguito secondo le prescrizioni dettate dalla legge: ad esempio i rifiuti non possono essere mischiati o poggiati sul suolo nudo. E poi se il successivo smaltimento avviene secondo le procedure previste. Ogni rifiuto ha infatti una sorta di targa, che è il codice Cer. Ovvero un numero che indica se il rifiuto è speciale o non, pericoloso o meno. Un codice che accompagna lo scarto dal momento della produzione fino allo smaltimento. Insomma, anello dopo anello, si punta a ricostruire la catena. E poi con il  controllo, quando è congiunto con le altre forze di polizia, si procede alla verifica di altri titoli autorizzativi, ad iniziare dalle licenze edilizie. E non è raro che seguendo la strada dei rifiuti sono state scoperte opere edilizie abusive o anche l'impiego irregolare di personale. 

"Noi i controlli li rifacciamo anche in quelle aziende sanzionate precedentemente - aggiunge sempre il colonnello Ferrara - e molto spesso notiamo con soddisfazione che sono tante che si mettono in regola con lo smaltimento dei reflui o dei rifiuti". Controlli non random ma mirati che hanno dunque consentito - benché sia diminuito rispetto agli anni passati il numero degli uomini impegnati (- 25 per cento) - di aumentare l'importo delle sanzioni amministrative inflitte. Ad esempio, a febbraio 2023 le sanzioni amministrative sono state per un ammontare di 1.401.398 euro a fronte dei 755.263 euro del mese di febbraio dello scorso anno. A febbraio 2023 i controlli sono stati 702 a fronte dei 1516 di febbraio 2022. 

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