di Elvira Madrigrano
Siamo abituati a pensare alla fibra esclusivamente come ad un mezzo per navigare in internet più velocemente, ma in realtà l'utilizzo di questa tecnologia va ben oltre. La fibra può fungere da sensore per rilevare ciò che accade lungo il collegamento, con una risoluzione in frequenza, spazio e tempo altissima, non raggiungibile tramite i sensori convenzionali. Grazie ad avanzati algoritmi e software è possibile captare e monitorare i diversi eventi che avvengono nell'ambiente circostante, e non si tratta esclusivamente di terremoti, ma anche di tutto ciò che proviene dal traffico dei veicoli, dai lavori di scavo, le perdite nelle condotte idriche o i difetti sulle linee di trasporto ferroviarie. Un esempio è lo Skyline di Cosenza: realizzato negli anni scorsi è uno degli edifici più alti del Meridione, un grattacielo di 22 piani che ospita uffici e private abitazioni.
Alla progettazione di questo edificio ha partecipato una società spin-off dell'Università della Calabria: SismLab, specializzata nel monitoraggio sismico proprio grazie alla fibra ottica. Oggi il palazzo è stato cablato da Open Fiber un operatore che non vende servizi in fibra ottica direttamente all'utente finale ma è attivo esclusivamente nel mercato all'ingrosso.
"La fibra - spiega Antonello Porco, docente universitario e responsabile Sismlab - consente la verifica e il controllo degli edifici e lo Skyline ne è un esempio. La fibra non è misuratore di deformazione è però un veicolo che risolve problematiche ataviche, perché è possibile controllare l'immobile da qualsiasi distanza e in tempo reale. Oggi ancora nessuno - aggiunge Porco - ha pensato di utilizzare in forma riconosciuta il controllo e il monitoraggio strutturale delle opere pubbliche infrastrutturali che si basa proprio sulla fibra ottica.
Potremmo prevedere l'usura di un'opera, il crollo, e dunque salvare vite umane intervenendo per tempo sulla manutenzione dell'opera stessa".
Lungimirante è stata la realizzazione del grattacielo che sin dall'inizio - ormai dieci anni addietro - ha previsto l'utilizzo della fibra passata attraverso i pilastri del palazzo. "Abbiamo realizzato una struttura - sottolinea Marella Burza, responsabile della società che ha realizzato lo Skyline - all'avanguardia dal punto di vista della domotica, ma anche sicura e che riusciamo a monitorare col passare del tempo".
Lo Skyline è solo l'inizio. Open Fiber ha investito novanta milioni di euro, di cui 60 a carattere privato per cablare le città di Cosenza, Rende, Reggio Calabria e Catanzaro, la parte restante è il piano pubblico previsto nelle zone cosiddette a fallimento di mercato, cioè aree meno densamente popolate e dunque di ridotto interesse economico. Centotrentatremila unità immobiliari da raggiungere (101.700 quelle coperte al momento) e già posati 85mila chilometri di fibra. Obiettivo dell'infrastruttura, realizzata da Open Fiber, è ridurre il divario digitale fornendo servizi di connettività a banda ultra larga in Calabria. "Si tratta di un progetto - afferma Gianfranco Guerrera, regional manager Open Fiber Calabria - di grande interesse per la società, perché permetterà di navigare a una velocità mai raggiunta prima, cioè con la fibra ottica che entrerà direttamente nelle case, nelle scuole, nelle aziende e negli uffici pubblici. Un'opera infrastrutturale che sovverte la concezione tradizionale della fibra e consente una vera rivoluzione digitale".
Intanto, nella città di Cosenza, entro fine anno, le unità immobiliari raggiunte saranno 36mila. "Open Fiber - dice Marco Vigliatore, field manager Cosenza e Rende Open Fiber - ha investito su Cosenza oltre 12milioni di euro per il cablaggio e 29mila chilometri di rete sono stati già posati. A Rende, invece, dove l'investimento sarà di oltre 5 milioni di euro, i lavori sono iniziati a settembre e sono state cablate già oltre 4mila unità immobiliari. Questo consentirà di migliorare la connessione su tutta l'area urbana con notevoli vantaggi per lavoro agile, didattica a distanza e telemedicina".
In collaborazione con:
OPEN FIBER