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Cdp, priorità a sviluppo di venture capital e private equity

Roma ANSAcom

Cassa depositi e prestiti punta su venture capital e private equity per rafforzare il mercato dei capitali pubblici e privati che, in Italia, "non è ancora adeguato a sostenere lo sviluppo dell’economia nazionale". Sono queste le due aree prioritarie di intervento individuate nelle linee guida strategiche settoriali 'Mercato dei capitali' che si affiancano a una governance attiva della partecipazione in Euronext per rendere Borsa Italiana "uno strumento sempre più adeguato alla raccolta".

Le linee guida settoriali rappresentano un asse del nuovo modello di funzionamento di Cdp e il punto di riferimento per le attività in alcuni dei campi individuati dal Piano Strategico. Quelle sul mercato dei capitali rilevano "significativi ritardi" che ne frenano lo sviluppo sia nel segmento pubblico, sottodimensionato rispetto ai principali paesi europei, sia nel segmento privato contraddistinto da "un eccessivo grado di frammentazione, con operatori piccoli e un’offerta non completa lungo le differenti fasi del ciclo di vita delle imprese".

Anche nel venture capital, il punto di partenza è una situazione di ritardo rispetto ai principali paesi europei: tra il 2018 e il 2021, gli investimenti di questo tipo in Italia hanno raggiunto un totale di 3,6 miliardi di euro, un valore molto inferiore a quello della Francia (25,5 miliardi), della Germania (34 miliardi) e del Regno Unito (69 miliardi). Negli ultimi anni c'è stata comunque un'accelerazione con un aumento degli investimenti del 221%, nel 2021, anche a seguito della nascita di Cdp Venture Capital SGR, proprio con l'obiettivo di di "promuovere la crescita dell’ecosistema del venture capital italiano".

Quanto al private equity, il mercato italiano è ritenuto da Cdp "sempre più attrattivo per gli investitori", anche internazionali, e nel 2021 ha raggiunto un livello massimo di investimenti, circa 6,4 miliardi di euro pur avendo, in rapporto al Pil, dimensioni molto minori a quelle di paesi come la Francia o il Regno Unito (lo 0,29% rispetto all'1,10% francese e il 2,47% inglese) Un ruolo "sempre più rilevante" di venture capital e private equity può rendere più fluido, secondo le linee guida, il collegamento del sistema imprenditoriale con "l’ingente massa di capitali privati disponibili", visto che l'Italia ha un risparmio privato tra i più elevati al mondo e un forte potenziale attrattivo per gli investitori internazionali. E accompagnare l’intero ciclo di vita delle imprese, promuovendone la crescita e il consolidamento. Al momento, invece, le aziende italiane soffrono, secondo l'analisi di Cdp, di carenza di capitali in quattro momenti fondamentali: la fase di startup, in cui l’incertezza è altissima, e quelle successive di scale-up, growth e pre-listing. Per questo la Cassa ritiene "necessario promuovere fondi che investano specificatamente in alcune di queste fasi di discontinuità" con un'azione sia diretta sia indiretta.

In particolare, Cdp può intervenire, in base a a criteri di addizionalità e complementarità, per far crescere e sviluppare l’ecosistema del venture capital attraverso l'apporto di capitali sufficienti per recuperare il ritardo rispetto agli altri paesi europei agendo nei settori in cui gli operatori di mercato non riescono a mobilitare risorse sufficienti. Un'altra linea di intervento mira ad accrescere la varietà, la massa critica e la dimensione del private equity offrendo continuità di intervento alle aziende con un chiaro potenziale di crescita o favorendo l'attrazione di capitali esteri e di risorse da altri investitori (il cosiddetto crowding-in).

In collaborazione con:
Cassa Depositi e Prestiti

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