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Dottori commercialisti, 476 milioni di avanzo e più welfare

Bilancio 2020, Covid non frena salita patrimonio (oltre 9 mld)

Roma ANSAcom

Nell'anno della pandemia da Covid-19, nel nostro Paese, la Cassa dottori commercialisti (Cdc) riesce a consolidare il patrimonio, superare i 476 milioni di euro di avanzo corrente e a dare il giusto sostegno ai professionisti iscritti, erogando diverse misure assistenziali che, in un anno, sono balzate in avanti di quasi il 50%: è quel che emerge dalla lettura del Bilancio consuntivo per il 2020, approvato stamani dall'Assemblea dei delegati (riunita in videoconferenza) dell'Ente previdenziale privato. Al 31 dicembre scorso, si legge, "l'ammontare totale del patrimonio netto è pari a 9 miliardi e 315 milioni, ovvero 29,7 volte il valore delle pensioni erogate nel periodo, in crescita del 5,4% rispetto agli 8 miliardi e 839 milioni registrati nel 2019".

L'impegno della Cassa presieduta da Stefano Distilli in occasione della diffusione del contagio da Coronavirus è stato corposo, visto che, "alla luce della crisi pandemica e dell’incremento delle iniziative di welfare offerte" alla platea degli associati l’importo globale delle prestazioni distribuite nel 2020 supera i 23 milioni, con un'escalation del +49,1% rispetto a quello del 2019.

Nel dettaglio, rivela l'Ente, a favorirne l'impennata sono state soprattutto le nuove misure assistenziali introdotte dalla Cdc nell'anno dell'emergenza sanitaria, per sostenere i dottori commercialisti in affanno: un totale di 5 milioni e 734.000 euro è stato indirizzato ai 4.591 professionisti iscritti che, nel corso dell’anno, hanno fatto richiesta del contributo a sostegno dell'attività lavorativa, del bando dedicato a coloro che operano in studi in affitto e di quello a supporto dei finanziamenti che sono stati attivati dagli associati.

Un Bilancio cui guardare con "soddisfazione", che "tiene conto, solo parzialmente degli effetti della pandemia", e nel quale è messo nero su bianco "lo sforzo" della Cassa di "venire incontro alle esigenze dei colleghi: abbiamo destinato oltre 23 milioni all'assistenza", dichiara Distilli. "Purtroppo, il bisogno di aiuti di welfare da parte della categoria è cresciuto, in relazione alla pandemia, le risorse che possiamo destinarvi, trovano, però dei vincoli ben precisi", incalza, poichè "possono esser determinate ogni anno nel 2% dell'avanzo di amministrazione come limite massimo. Una delibera che è stata già approvata dall'Assemblea dei delegati della nostra Cassa ha proposto di aumentare questo margine, per dedicare all'assistenza una percentuale che va fino al 5%. Siamo in attesa - va avanti il presidente - che questa delibera venga varata quanto dai ministeri vigilanti" (Lavoro ed Economia, ndr), giacché in tal modo "avremmo uno spazio maggiore per le iniziative di welfare, quanto mai fondamentali", sottolinea. Oggi come in futuro, s'inserisce il vicepresidente Michele Pirotta, "la nostra logica di investimenti è di medio-lungo periodo, e questo è un elemento che ci dà forza e positività di visione. La nostra è una missione sociale, lo Stato ce l'ha data con la privatizzazione" degli Enti (come disciplinato da un decreto legislativo del 1994), dunque "garantiamo un impegno per chi si iscrive oggi e chi si iscriverà domani" alla Cassa dottori commercialisti.

In collaborazione con:
CASSA COMMERCIALISTI

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