(di Massimo Lomonaco)
L'azione strategica di fondo
del Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme "è preservare la
soluzione a due Stati". Lo riafferma il console generale
Giuseppe Fedele che rappresenta il Paese presso l'Autorità
nazionale palestinese (Anp) presieduta da Abu Mazen (Mahmoud
Abbas), Gaza inclusa. "Un'opzione che va preservata - dice in
un'intervista all'ANSA - garantendo la futura nascita di uno
Stato palestinese 'viabile' e la capacità della sua
amministrazione, così come delineato dagli Accordi di Oslo degli
anni '90".
Il Consolato - come le altre rappresentanze diplomatiche
accreditate con l'Anp - si confronta anche con l'amministrazione
israeliana (Cogat) che governa l'Area C e, parzialmente, quella
B dei Territori Palestinesi previste da Oslo. "Sia per quanto
riguarda le vicende dei connazionali lì residenti, sia - spiega
- per le questioni legali. Anche se poi le relazioni politiche
con le Autorità israeliane fanno capo esclusivamente
all'Ambasciata italiana a Tel Aviv".
Oltre la Cisgiordania, il Consolato fornisce assistenza ai
cittadini italiani residenti a Gerusalemme. "Una comunità -
prosegue Fedele - che conta circa 3.500 iscritti all'Aire e di
questi meno di 500 risiedono in Cisgiordania mentre la grande
maggioranza si colloca in città. Del complesso, la maggior parte
è composta dalla comunità ebraica di origine italiana. Ci sono
poi i funzionari internazionali, gli operatori delle Ong, i
religiosi e i doppi passaporti. Lo scorso anno la comunità, così
complessa, ha espresso per la prima volta tramite elezioni un
Comites rappresentativo di tutte le componenti. Un ottimo
esempio di dialogo e convivenza".
I rapporti con l'Anp la cui sede è a Ramallah sono "fitti e
con frequenti scambi di visite", nonostante le difficoltà legate
alla pandemia. "Vorrei ricordare - sottolinea Fedele - che lo
scorso novembre Abu Mazen è stato a Roma nella sua prima visita
politica in Europa dal 2019. Così come sono arrivati il ministro
degli Esteri Di Maio e la vice ministro della Farnesina Marina
Sereni". "Dossier fondamentale" del Consolato è l'azione della
Cooperazione allo sviluppo (Aics) nei confronti dei palestinesi.
"L'Italia stanzia come dono all'Anp circa 25 milioni di euro
l'anno in progetti, ma i fondi che riguardano tutti progetti e
le linee di credito dell'Aics sono quasi 210 milioni, inclusi i
progetti degli enti territoriali italiani". "La gran parte -
spiega ancora Fedele - sono indirizzati allo costruzione dello
Stato palestinese e all'assistenza umanitaria alla popolazione".
L'interscambio è, a giudizio del console, "abbastanza
soddisfacente: nel 2021 si è attestato sui 40 milioni di euro,
di cui 37 di esportazioni dall'Italia (auto, prodotti di
panetteria, dolciumi e solo dopo i macchinari) e il resto di
importazioni dalla Cisgiordania (alluminio e frutta)".
Infine Gaza: "Pur nella politica di nessun rapporto con
Hamas, come vuole la politica europea, gli interventi di
assistenza alla popolazione sono di circa 8 milioni di euro con
l'obiettivo, tra l'altro, della costruzione di una struttura di
desalinizzazione e, con la Fao, un impianto di acquacultura".
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