Schiaffi, calci, manganellate,
inflitti intenzionalmente dalla polizia ai migranti
intercettati, in detenzione, o rinviati oltre la frontiera con
la Bosnia. Ma anche migranti che affermano di essere stati
costretti a marciare a piedi nudi nella foresta, per poi essere
gettati ammanettati nel fiume Korana, che separa la Croazia e la
Bosnia, o ancora di essere stati respinti in Bosnia con indosso
solo la biancheria intima e in alcuni casi nudi. È quanto
denuncia il Cpt, l'organo anti tortura del Consiglio d'Europa,
nel rapporto sulla visita che ha condotto nell'agosto del 2020
in Croazia.
Un rapporto che sarebbe restato confidenziale se un alto
funzionario croato non avesse fatto delle dichiarazioni sul suo
contenuto, osserva il Cpt nel suo documento. Sottolineando come
queste considerazioni non corrispondano al vero mettendo inoltre
in dubbio l'integrità professionale dei componenti dell'organo
di Strasburgo.
Nel rendere pubblico il documento, il Cpt domanda alle
autorità croate "di prendere immediatamente misure energiche per
impedire alla polizia di maltrattare i migranti e di garantire
delle inchieste efficaci sulle denunce sporte nei confronti
delle forze dell'ordine". Il Cpt afferma infatti di aver
raccolto numerose prove e testimonianze che avvalorano quanto
descritto dai migranti incontrati durante la visita.
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