Anche la Corea del Nord ha il suo
'Anthony Fauci', il super esperto che rassicura e dispensa
consigli di fronte all'aggressività del Covid-19 tra
antibiotici, gargarismi con acqua salata e tè allo zenzero: si
tratta di Ryu Yong Chol, un funzionario poco conosciuto,
diventato il volto pubblico della battaglia del Paese al
focolaio del nuovo coronavirus, il primo ufficializzato in oltre
due anni di pandemia.
Ogni mattina, alle 9.30, appare sulla televisione statale
Kctv a dare indicazioni su come affrontare la crisi e ad
aggiornare dalla sua scrivania il bollettino sui "casi di
febbre" che stanno colpendo il Paese, saliti a più di 2,2
milioni con oltre 60 decessi. La Kcna ha riferito che Ryu,
impeccabile con il suo abito scuro, la cravatta e gli occhiali
da vista cerchiati, lavora per il quartier generale per la
prevenzione delle epidemie, istituito di recente per affrontare
il Covid-19.
"Dovremmo rafforzare gli sforzi per controllare e isolare
ogni singola persona infetta senza eccezioni in modo da
eliminare completamente tutti gli spazi in cui la malattia
infettiva può diffondersi", ha detto oggi Ryu nel suo
bollettino, esortando a "guardarsi dalle pericolose scappatoie".
Di lui si sa molto poco, incluse le sue competenze mediche.
In un rapporto dei media statali di luglio 2017, un direttore
generale del ministero della Salute con lo stesso nome accusò la
Corea del Sud di "aver pianificato un attacco terroristico
biochimico" contro il leader nordcoreano Kim Jong-un.
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