"Una misura che consenta alle banche
di liberare una parte del plafond che hanno ancora disponibile
per l'acquisizione dei crediti da bonus fiscali": è una delle
proposte avanzate dal tesoriere del Consiglio nazionale dei
commercialisti delegato all'area fiscale Salvatore Regalbuto,
che, insieme al ricercatore della Fondazione nazionale di
categoria Pasquale Saggese è stato in audizione sul decreto
Aiuti Quater oggi, in Commissione Bilancio al Senato. I
professionisti, recita una nota, "propongono che i crediti
d'imposta derivanti dagli interventi ammessi al superbonus
relativi alle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura
inviate all'Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non
ancora utilizzati, possano essere riportati, ai fini del loro
utilizzo in compensazione, sino al sesto periodo di imposta
successivo a quello di competenza". Questa soluzione operativa
"appare più idonea ad agevolare lo sblocco degli acquisti dei
crediti d'imposta da parte delle banche dando loro maggiore
flessibilità nelle compensazioni e superando i limiti
dell'attuale formulazione del decreto che prevede la rigida
trasformazione dei crediti utilizzabili in 4-5 anni in crediti
utilizzabili in 10 anni, situazione che difficilmente spingerà
le banche a riprendere gli acquisti in quanto, implicitamente,
comporta un dimezzamento dei proventi finanziari legati alle
operazioni", afferma il consigliere. I rappresentanti della
categoria hanno anche richiesto "l'emanazione di una norma di
interpretazione autentica in tema di bonus fiscali diversi dai
Superbonus che, a seguito delle recenti pronunce della Corte di
cassazione, chiarisca definitivamente che per i bonus minori non
è necessario il riscontro di stati avanzamento lavoro, così come
più volte ribadito sia dal ministero dell'Economia e delle
Finanze che dall'Agenzia delle Entrate".
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