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>>>ANSA/ Confindustria, stop gas russo shock da -2% Pil/anno

>>>ANSA/ Confindustria, stop gas russo shock da -2% Pil/anno

'Per l'Italia scenario ancora complicato nel secondo trimestre'

ROMA, 28 maggio 2022, 16:39

Redazione ANSA

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Tra "segnali discordanti" per l'economia "rincari e scarsità colpiscono l'industria, i minori contagi aiutano i servizi. Intanto salgono i tassi". Di contro, si registrano "più occupati": l'occupazione è cresciuta dello 0,6% nel primo trimestre, oltre le attese. L'analisi 'congiuntura flash' del centro studi di Confindustria evidenzia che "nel secondo trimestre 2022 lo scenario per l'Italia resta complicato (dopo il -0,2% del Pil nel primo) per il proseguire del conflitto in Ucraina. I dati in aprile e maggio confermano il sommarsi di rincari delle commodity, scarsità di materiali, alta incertezza. Il lento affievolirsi dei contagi, invece, potrebbe sostenere i consumi. Nel complesso, però, l'andamento appare ancora negativo". Con un approfondimento, poi, il CsC avverte anche che un blocco all'import di gas russo avrebbe "un impatto pesante", "sarebbe uno shock su volumi e prezzi". Gli economisti di via dell'Astronomia stimano che "l'eventuale blocco delle importazioni di gas naturale dalla Russia, principale fornitore dell'Italia negli ultimi anni, potrebbe avere un effetto molto forte sull'economia italiana, già indebolita". Uno "shock" che "causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. L'impatto totale sul Pil in Italia, nell'orizzonte 2022-2023, è stimabile in quasi un -2,0% in media all'anno".
    Nello scenario ipotizzato dagli economisti di via dell'Astronomia - consumi mensili ai valori del 2021; azzeramento dell'import di gas dalla Russia (29,1 mmc) e anche dal passo Gries (2,2 mmc) da giugno 2022; varie fonti alternative di offerta gradualmente disponibili entro il prossimo inverno (per un totale di 15,5 mmc) - la carenza di offerta tra aprile 2022 e marzo 2023 sarebbe pari a 14,0 mmc di gas, ovvero il 18,4% dei consumi italiani (una quota analoga a quella calcolata nell'ultimo Def). I limiti alle temperature imposti di recente per i soli edifici pubblici (-1° in inverno, +1° d'estate, escludendo i privati) "non migliorano molto lo scenario, potendo ridurre in misura limitata i consumi annui".
    Come impatto, "l'industria verrebbe privata di tutta la fornitura di gas di cui necessita (cioè i 9,5 mmc annui consumati finora), mentre i servizi subirebbero una riduzione delle forniture di gas pari a 4,5 mmc (su 7,8). La stima del CsC è di una perdita di valore aggiunto nell'industria pari a 9 miliardi di euro nel periodo di 12 mesi, cui va sommata quella nei servizi pari ad altri 9 miliardi. Ed "a tutto questo va sommato l'impatto sull'economia che deriverebbe da un potenziale rincaro ulteriore dei prezzi delle commodity energetiche".
   
   

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