Tra "segnali discordanti" per
l'economia "rincari e scarsità colpiscono l'industria, i minori
contagi aiutano i servizi. Intanto salgono i tassi". Di contro,
si registrano "più occupati": l'occupazione è cresciuta dello
0,6% nel primo trimestre, oltre le attese. L'analisi
'congiuntura flash' del centro studi di Confindustria evidenzia
che "nel secondo trimestre 2022 lo scenario per l'Italia resta
complicato (dopo il -0,2% del Pil nel primo) per il proseguire
del conflitto in Ucraina. I dati in aprile e maggio confermano
il sommarsi di rincari delle commodity, scarsità di materiali,
alta incertezza. Il lento affievolirsi dei contagi, invece,
potrebbe sostenere i consumi. Nel complesso, però, l'andamento
appare ancora negativo". Con un approfondimento, poi, il CsC
avverte anche che un blocco all'import di gas russo avrebbe "un
impatto pesante", "sarebbe uno shock su volumi e prezzi". Gli
economisti di via dell'Astronomia stimano che "l'eventuale
blocco delle importazioni di gas naturale dalla Russia,
principale fornitore dell'Italia negli ultimi anni, potrebbe
avere un effetto molto forte sull'economia italiana, già
indebolita". Uno "shock" che "causerebbe una forte carenza di
volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale
dei costi energetici. L'impatto totale sul Pil in Italia,
nell'orizzonte 2022-2023, è stimabile in quasi un -2,0% in media
all'anno".
Nello scenario ipotizzato dagli economisti di via
dell'Astronomia - consumi mensili ai valori del 2021;
azzeramento dell'import di gas dalla Russia (29,1 mmc) e anche
dal passo Gries (2,2 mmc) da giugno 2022; varie fonti
alternative di offerta gradualmente disponibili entro il
prossimo inverno (per un totale di 15,5 mmc) - la carenza di
offerta tra aprile 2022 e marzo 2023 sarebbe pari a 14,0 mmc di
gas, ovvero il 18,4% dei consumi italiani (una quota analoga a
quella calcolata nell'ultimo Def). I limiti alle temperature
imposti di recente per i soli edifici pubblici (-1° in inverno,
+1° d'estate, escludendo i privati) "non migliorano molto lo
scenario, potendo ridurre in misura limitata i consumi annui".
Come impatto, "l'industria verrebbe privata di tutta la
fornitura di gas di cui necessita (cioè i 9,5 mmc annui
consumati finora), mentre i servizi subirebbero una riduzione
delle forniture di gas pari a 4,5 mmc (su 7,8). La stima del CsC
è di una perdita di valore aggiunto nell'industria pari a 9
miliardi di euro nel periodo di 12 mesi, cui va sommata quella
nei servizi pari ad altri 9 miliardi. Ed "a tutto questo va
sommato l'impatto sull'economia che deriverebbe da un potenziale
rincaro ulteriore dei prezzi delle commodity energetiche".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA