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Visco, l'inflazione colpisce famiglie, crescita frena

Misure contro caro energia siano mirate e temporanee

"Le prospettive di crescita per l'area euro si sono deteriorate" e "l'alto livello dell'inflazione colpisce duramente le famiglie, soprattutto quelle meno agiate che spendono una parte consistente del loro reddito per l'acquisto di beni alimentari ed energetici". Lo afferma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nel suo intervento all'Assiom Forex secondo il quale l'azione della Bce "dovrà proseguire continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l'inflazione elevata" e quello "di fare troppo portando a una caduta del reddito". E osserva come nella decisione sui tassi dell'altro ieri "la Bce" ha bilanciato "questi due rischi" aumentando i tassi, annunciando un ulteriore aumento di 50 punti e "segnalato che il ritmo di eventuali rialzia sarà valutato successivamente".

Il governatore ha comunque sottolineato che "i rischi che derivano dalla situazione finanziaria delle famiglie, che pure risente del peggioramento delle prospettive economiche, si mantengono nel complesso circoscritti". L'indebitamento delle imprese e delle famiglie italiane rimane basso nel confronto internazionale, rileva il governatore "nonostante il significativo ricorso delle aziende ai finanziamenti garantiti dopo lo scoppio dell'emergenza sanitaria e la sostenuta dinamica dei mutui osservata negli ultimi anni. In rapporto al Pil, esso è complessivamente pari al 112 per cento, a fronte di un valore medio del 168 per cento per l'area dell'euro".

Visco ribadisce però che "In Italia la politica di bilancio può continuare a mitigare gli effetti dei rincari dell'energia redistribuendo risorse, con interventi mirati e temporanei, a favore delle famiglie e delle imprese più colpite". Però, spiega, "vanno evitati invece slittamenti ripetuti nel processo di consolidamento dei conti pubblici, che accrescerebbero l'onere dell'aggiustamento a carico delle generazioni future, già gravate del peso di un debito pubblico molto elevato". 

"Al momento non appare necessario reintrodurre misure di sostegno generalizzate simili a quelle pensate per fronteggiare la crisi pandemica". Anche perché "finora i tassi di deterioramento dei finanziamenti che hanno beneficiato della garanzia dello Stato si sono mantenuti bassi - rileva Visco - nonostante per la maggior parte di essi il periodo di preammortamento, in cui i debitori erano tenuti a corrispondere la sola quota interessi, sia terminato già da diversi mesi".

Il governatore della Banca d'Italia chiede "decisioni responsabili" alle parti sociali sul costo del lavoro per evitare un ulteriore elemento di spinta all'inflazione. E spiega come "la stabilità dei prezzi non dipende dalla sola azione della politica monetaria, vi contribuiscono anche le strategie delle imprese, gli accordi sul costo del lavoro e la politica di bilancio. In particolare Visco chiede " che la dinamica di prezzi e salari resti coerente con il mantenimento della stabilità monetaria. In termini reali la crescita delle retribuzioni trova il suo limite nell'evoluzione della produttività. Nel nostro paese, in particolare, dove sia la produttività sia i salari in termini reali ristagnano ormai da troppo tempo, giocheranno un ruolo fondamentale, nel creare condizioni più favorevoli all'attività delle imprese, gli investimenti e le riforme previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza"

L'onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crisi non può però ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola politica monetaria" afferma il governatore della Banca d'Italia I che ricorda come "quaranta anni fa, nelle Considerazioni finali sul 1981, il Governatore Ciampi ricordava che "la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito". "Era vero allora nel nostro paese, è vero oggi nell'area dell'euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l'azione di ciascuno fornisce al risultato finale" conclude Visco.

"Nonostante il rallentamento ciclico, i principali indicatori dello stato di salute del sistema bancario italiano restano nel complesso positivi, spiega  il Governatore della Banca d'Italia. "In presenza di un più rapido rialzo dei tassi attivi, l'aumento dei rendimenti di mercato favorisce le banche con operatività tradizionale, che gli scorsi anni avevano visto la loro redditività compressa dai bassi margini di interesse", sottolinea."La qualità del credito si mantiene buona: lo scorso settembre - rileva Visco - l'incidenza dei prestiti deteriorati al netto delle rettifiche di valore era pari all'1,5 per cento". Quanto alle "banche significative essa è sostanzialmente in linea, all'1,2 per cento, con quella media dei paesi che aderiscono all'Unione bancaria. Resta basso, intorno all'uno per cento dei finanziamenti, il flusso di nuovi prestiti deteriorati. I margini di liquidità - aggiunge il Governatore - si sono lievemente ridotti a seguito dei primi rimborsi delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (targeted longer-term refinancing operations, Tltro) ma rimangono ampiamente al di sopra dei minimi regolamentari". Visco poi, in uno dei passaggi del suo intervento, ricorda che "la scorsa estate abbiamo condotto una rilevazione ad hoc sui piani di rifinanziamento delle banche, anche alla luce delle prossime scadenze delle Tltro. Ne è emerso che le banche italiane intendono ripagare questi finanziamenti ricorrendo in parte alle riserve in eccesso detenute presso l'Eurosistema e alla vendita di attività liquide; poco più della metà verrebbe sostituita con fonti di raccolta alternative, riconducibili - afferma Visco - soprattutto al ricorso al mercato e a provvista da clientela".

Il rialzo dei tassi e la riduzione dei reinvestimenti dei titoli dellla Bce non avranno ripercussioni di rilievo per il debito pubblico italiano e le aste dei titoli di stato, afferma Visco secondo cui "i rialzi dei tassi ufficiali sono ampiamente gestibili per le finanze pubbliche del nostro paese" grazie alla vita media del debito e le politiche prudenti del governo. Il Qt inoltre "non dovrebbe avere ripercussioni di rilievo sul collocamento e sui rendimenti dei titoli di Stato".

"In prospettiva - sottolinea - non va escluso un incremento anche significativo delle rettifiche su crediti". "Secondo analisi coerenti con lo scenario macroeconomico di base elaborato in Banca d'Italia, esse - spiega Visco - potrebbero salire, in rapporto al totale dei finanziamenti, da meno di mezzo punto percentuale a quasi un punto quest'anno e nel 2024, ancora la metà rispetto al picco toccato nel biennio 2013-14 a seguito della crisi dei debiti sovrani, un livello - rileva il Governatore - superiore anche a quello che si realizzerebbe in uno scenario avverso".

 

 

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