Quello che si sta concludendo è
l'ultimo weekend dell'anno in cui lavoriamo per il fisco: in
linea teorica, infatti, mercoledì prossimo i contribuenti
italiani terminano di pagare le tasse, le imposte, i tributi e i
contributi sociali necessari per far funzionare le scuole, gli
ospedali, i trasporti, per pagare gli stipendi ai dipendenti
pubblici e le pensioni. Giovedì 8 giugno, pertanto, è il "giorno
di liberazione fiscale".
Il calcolo è stato effettuato dall'ufficio studi della Cgia
di Mestre (Venezia), secondo cui per l'anno in corso sono stati
necessari 158 giorni di lavoro, sabati e domeniche inclusi, per
adempiere a tutti i versamenti fiscali previsti; rispetto al
2022, il "tax freedom day" di quest'anno cade un giorno prima.
La stima del Pil nazionale prevista quest'anno (2.018.045
milioni di euro) è stata suddivisa per 365 giorni, ottenendo
così un dato medio giornaliero di 5.528,9 milioni. Le previsioni
di gettito delle imposte, delle tasse e dei contributi, 874.132
milioni, sono state rapportate al Pil giornaliero. Il tax
freedom day del 2023 viene così calcolato dopo 158 giorni
dall'inizio dell'anno, ovvero il prossimo 8 giugno.
Dal 1995, il "giorno di liberazione fiscale" meno in là nel
calendario è stato nel 2005, anno in cui la pressione fiscale si
attestò al 39% e ai contribuenti italiani bastò raggiungere il
23 maggio (142 giorni lavorativi) per versare il dovuto al
fisco. Quello più in "ritardo", invece, si è registrato il 9
giugno dello scorso anno, con una pressione fiscale al 43,5%.
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