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Antonio Castronuovo, le mille manie di chi ama i libri

Antonio Castronuovo, le mille manie di chi ama i libri

un curioso e divertente dizionario enciclopedico

ROMA, 03 gennaio 2022, 09:59

(di Paolo Petroni)

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ANTONIO CASTRONUOVO, ' 'DIZIONARIO DEL BIBLIOMANE ' ' (SELLERIO, pp. 510 - 16,00 euro). Copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANTONIO CASTRONUOVO,  	' 	'DIZIONARIO DEL BIBLIOMANE 	' 	' (SELLERIO, pp. 510 - 16,00 euro). Copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA
ANTONIO CASTRONUOVO, ' 'DIZIONARIO DEL BIBLIOMANE ' ' (SELLERIO, pp. 510 - 16,00 euro). Copertina - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANTONIO CASTRONUOVO, ''DIZIONARIO DEL BIBLIOMANE'' (SELLERIO, pp. 510 - 16,00 euro).
    Gli amanti dei libri spesso amano anche i libri che parlano del loro amore, così attirerà la curiosità di molti questa piccola antologia enciclopedica, con tanto di indice in ordine alfabetico che va da AAA (praticamente un'introduzione) e Abbigliamento a Zyklon. L'autore, Antonio Castronuovo, saggista e traduttore, è un ''biblio-patologo'' come si indirettamente si autodefinisce, scopritore di bibliofili incurabili che hanno al loro opposto chi soffre di Biblioindifferenza o peggio di Bibliofobia, per non parlar poi della Bibliocastia, che riguarda chi distrugge libri ed è in genere questione più politica, ideologica.
    Si tratta alla fine di un lungo, affascinante, divertente, susseguirsi appunto di patologie, atteggiamenti, comportamenti, capricci tutti documentati e quasi sempre con un riferimento bibliografico, riflessioni, storielle e aneddoti, aperti da una riflessione che prende lo spunto da uno scritto su ''L'acquisto di libri'' di Giuseppe Pontiggia e il volume ''Decalogo del bouquineur'' con consigli del libraio antiquario Roberto Palazzi. Castronuovo avverte subito che se la bibliofilia le ''enciclopedie novecentesche invitano a reputarla un dolce piacere del vivere'', definendola ''amore illuminato e intelligente del libro'', in realtà - sostiene e documenta - si tratta molto spesso di un atteggiamento malato: ''all'origine del morbo librario sta l'ingordigia: arriva il primo, poi ne entrano dieci, trenta, e dopo i cento non ci si ferma più.
    Voraci e smaniosi si compie l'irreparabile'', che è già insostanziali domande senza risposta: ''che senso ha affastellare libri che costituiscono un pesante problema di conservazione e pulizia? Che senso ha se ognuno di quei libri sarò toccato sì e no ogni quindici anni, in molti casi soltanto consultato e non letto?''.
    Naturalmente un biblio-patologo e naturalmente bibliomane guarda con sospetto a tutti i sistemi che vorrebbero portare all'eliminazione della carta e, elencando Biblioaforismia (propensione alla lettura frammentaria), Biblipepsia (lettura frettolosa e che non dà giovamento), Bibliorfania (compulsiva inclinazione a abbandonare un libro dopo averne lette poche pagine), ecco che compare Ebookmania, ''progressiva incapacità di leggere libri di carta in favore di quelli elettronici ....
    di prognosi infausta: gli infermi in genere finiscono i loro giorni in maniera meschina, balbettando frasi davanti a un blog''. Del resto si cita ''La bibliofobia juvenil'' di Cosme Guerriaràn, che narra del proprio figlio, il quale, se scorgeva un libro, era colto da un attacco che aveva imparato a controllare, assumendo l'antidoto: lo smartphone''. Sono casi in cui ''la calma terapeutica si raggiunge mediante i moderni mezzi di comunicazione Social''. Così si va di dai più vari modi di catalogare e ordinare i propri libri ai pericoli del prestito di libri, e si va da Riccardo di Bury nel XIV secolo, nella cui ''camera da letto c'erano libri dappertutto, tanto che era difficile non calpestarli quando ci si spostava'', a Pinochet, uno dei primi provvedimenti del quale, preso il potere, fu emanare ''il divieto di leggere il Don Chisciotte'' e negli anni i suoi soldati distrussero decine di miglia di volumi e devastarono casi editrici, pur essendo lui a sorpresa un bibliofilo che aveva ammassato nelle sue case private oltre 55mila volumi, con preferenza per quelli di storia e scienza militare, come risulta dai verbali giudiziari, redatti dopo la sua caduta. C'è sempre infatti un filo paradossale sotterraneo, una vena umoristica nelle narrazioni di Castronuovo, che indaga curiosità, dalle temute macchie sulla carta di marmellata o peggio di burro e marmellata, specie quelle scure di ciliegia o di mora, come scopre, attraverso Umberto Eco, che nel 1991 ancora si vendeva il gas Zyklon, nome tragicamente evocativo, per liberare i libri da tarli e parassiti vari. Così raccoglie gli aspetti di follia assieme a quelli umanissimi, andando dal sinologo Peter Klein (protagonista di ''Auto da fé'' di Elias Canetti) sepolto tra i suoi libri e malato di Bibliolatria che finirà per darsi fuoco con tutta la sua immensa biblioteca, a William Blades che a fine Ottocento si dedicò a allevare, nutrire, osservare quei vermetti che mangiano la carte dei libri che gli venivano spediti da solerti bibliotecari: ''l'animaletto sopportò il viaggio estremamente bene'' annota, dimostrando che forse ''amare i libri implica amare anche le creature che li abitano''.
   

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