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Romana Petri, quando l'amore è rappresentazione

Mondadori

Romana Petri, quando l'amore è rappresentazione

Terzo capitolo della saga ambientata a Lisbona

ROMA, 19 luglio 2021, 13:27

(di Elisabetta Stefanelli)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ROMANA PETRI, 'LA RAPPRESENTAZIONE' (Mondadori, Pp 406, Euro 20,00). In un libro in cui solo l'arte sembra verità, tutto è rappresentazione a cominciare dall'amore, dal matrimonio, alla coppia, per poi allargarsi al senso della famiglia, al rapporto tra fratello e sorella e a quel poco che sembra esserci oltre. Sfiora la crudeltà il nuovo capitolo della saga dei Dos Santos, facoltosa quanto altezzosa famiglia portoghese che è al centro del terzo romanzo della serie che la scrittrice Romana Petri gli dedica dopo Ovunque io sia (2009) e Pranzi di famiglia (2019) e non è escluso non ce ne siano altri visto il finale perennemente e sapientemente sospeso come solo la vita sa esser fino all'ultimo istante. Qui la storia si stringe intorno al rapporto tra Luciana Albertini, la pittrice che si avvia ad una solida conquista della celebrità e di suo marito Vasco, tanto più fragile e insicuro mano mano che il successo della moglie cresce. Rapporto inversamente proporzionale alla risposta che la vita sa dare ad entrambi, lei italiana, anzi romana, creativa in modo esplosivo spinta da una forza interiore che la rende libera sulle tracce di santa Teresa D'Avila. Lui portoghese sempre più fragile, contraddittorio, privo di personalità mano mano che il suo fallimento diventa evidente rispetto all'affermazione di Luciana. Lui e lei sembrano essere uno lo specchio dell'altra, tanto lei vive in profondità, tanto lui si ferma alla superficie, tanto lei si abbandona all'istinto che le restituisce dimensioni quasi mistiche, tanto lui cerca il conforto di una falsa anche quella esteriorità di solidità economica solo retaggio di un'origine sepolta dall'inettitudine. Insomma un'altra rappresentazione, per un uomo costretto a vivere sulle spalle della moglie e ancora peggio del padre che per questo non perde mai occasione di umiliarlo. Fragile fino all'inconsistenza questo Vasco che alla fine sembra cadere in mille pezzi perchè pura esteriorità, tanto inutilmente bello quanto falso da pronunciare parole solo prive di significato alternate a vuoti silenzi. Insomma in tutto e per tutto uguale a quella famiglia da cui sembrava di volersi affrancare e nella quale rimane alla fine inesorabilmente invischiato. Romanzo di incomunicabilità dei sentimenti, romanzo di rappresentazione appunto, dove nessuno è quello che sembra e in fondo non vuole nemmeno esserlo: il padre Tiago potente e vanesio con la nuova compagna Marta, i figli di Mara do Ceu, Rita la ragazza deforme e la più sana, e Vasco e la sorella gemella Joana con il marito Nuno che inanellano tradimenti. ''Il mondo è una cospirazione di idioti'', ripete Vasco che non sembra però sfuggire alla categoria universale. La Petri non fa sconti a nessuno, se non al cane Barabba e al gatto dal doppio nome, nemmeno alla Albertini in fondo perchè in quando 'artista' appartiene di fatto ad una categoria non umana, aliena direi.
    Un romanzo emozionante, feroce come la verità di quella mostra sulla famiglia che alla Albertini costa per sempre il rapporto con i parenti del marito e con quella Lisbona che ne è carne e sostanza insieme. Un romanzo sulla fragilità e sulla forza di non saper sfuggire al proprio destino, sull'inesorabilità del magma che prima o poi ci riporta alle nostre origini più profonde cancellando sentimenti che sembrano falsi come porporina. Epico per questo in fondo.
   

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