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Le Ragazze, storie di donne che cambiano l'Italia

Tv

Le Ragazze, storie di donne che cambiano l'Italia

Da 17/6 su Rai3. Autrice Mastropietro, uniamo più generazioni

ROMA, 12 giugno 2021, 20:17

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

Raitre Le ragazze STEFANIA MARIA PIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Raitre Le ragazze STEFANIA MARIA PIA - RIPRODUZIONE RISERVATA
Raitre Le ragazze STEFANIA MARIA PIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Teresa Vergalli, staffetta partigiana in Emilia durante la Seconda guerra mondiale, in seguito in prima fila nelle organizzazioni femminili e nella lotta politica del Pci fino alla scelta di dedicarsi all'insegnamento; Stefania Casini, icona alternativa del cinema anni '70, poi diventata regista, documentarista e produttrice, e la ginecologa Maria Pia Marroni, che nel 1973, nella Napoli stravolta da un'epidemia di colera, si è impegnata nella somministrazione dei vaccini. Sono fra le protagoniste nel primo dei tre nuovi appuntamenti di Le Ragazze, che torna dal 17 giugno in prima serata su Rai3 per raccontare donne di diverse generazioni.
Il programma "è nato nel 2016 con Le ragazze del '46 per i 70 anni del voto alle donne e andava in access prime time, poi è diventato Le ragazze del '68 e alla fine è approdato in prima serata - spiega all'ANSA l'autrice Cristiana Mastropietro, che lo firma con il fratello Riccardo Mastropietro e Giulio Testa anche da coproduttrice per Pesci combattenti -. Ha avuto tempo di fortificarsi e creare un proprio linguaggio, con uno stile dinamico ma approfondito". Si cerca "di fare vivere le interviste il più possibile, creando con la confezione e le musiche, qualcosa che sia più vicino al cinema che alla televisione".
Nella scelta delle donne da raccontare "vogliamo creare sempre un mix di personaggi noti con una storia importante, donne non conosciute, che ripercorrano le proprie vite e anche personaggi che magari dopo aver avuto per un periodo una forte popolarità abbiano preferito stare lontano dalle telecamere". Molte di queste storie, "sono importanti e complicate, ci sono ascese e cadute. Per noi è fondamentale che tutte siano pronte ad aprirsi, sempre con il massimo rispetto per le aree di privacy".
Tra le donne protagoniste della prima puntata c'è anche Milena Bertolini, commissario tecnico della nazionale femminile italiana di calcio, una presenza che affronta anche un tema molto attuale, visto il recente caso di Aurora Leone e la Nazionale Cantanti: "E' un'intervista realizzata da tempo, non potevamo immaginare cosa sarebbe successo un paio di settimane fa, ma lei ci dice ad esempio che quando ha iniziato a giocare a calcio, la 'mimetizzavano', da ragazzino, perché non si poteva avere nelle squadre una ragazza. Non abbiamo bisogno che ci sia un evento a scatenare la discussione sui diritti ancora non riconosciuti alle donne, è come l'aria che respiriamo". Sempre nella prima puntata conosceremo Elisabetta Lachina, che ha perso i genitori nella strage di Ustica e da allora è impegnata a chiedere giustizia, e una ragazza del Nuovo Millennio, Diletta Bellotti, attivista romana che nell'estate 2019 ha realizzato la campagna #pomodorirossosangue contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli del meridione. "Sui giovani trovo ci sia ancora un forte pregiudizio - spiega Cristiana Mastropietro - Sono molto più impegnati di quanto pensiamo. Spesso viene fuori solo l'immagine più superficiale che li riguarda, quella dei social o dell'apparire, ma ci sono tante Diletta Bellotti". Fra le intervistate nelle prossime puntate c'è Rosy Bindi "che parla di se' con grande autenticità e profondità. Il suo racconto dell'assassinio di Vittorio Bachelet alla Sapienza, con lei che gli era accanto è fortissimo e commovente. Accendiamo così un faro su un periodo come quello del terrorismo". Un obiettivo del programma è proprio "riuscire ad illuminare una parte di storia del Paese, attraverso il punto di vista di una donna, sia che si parli di vicende pubbliche o private". Un cambiamento nel Paese sui temi del sessismo "si sente, ma restano vergogne per cui veniamo colpevolizzate, come lo stupro. Una donna che subisce quel tipo di violenza, ha ancora problemi a raccontarlo, a rivendicare i propri diritti e a chiedere giustizia, qualcosa che abbiamo raccontato più volte". Il "famoso 'se l'è cercata' lo sento ancora dire e lo leggo tantissimo. Credo che un programma come questo possa dare un piccolo contributo per superare questo disvalore gravissimo in una società". Al momento non si è parlato con la rete, di una prossima edizione de Le Ragazze "ma saremmo ben felici di realizzarla, è un programma a cui teniamo tantissimo. Penso che con il tempo possa diventare una piccola enciclopedia di storie dal punto di vista delle donne".
   

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