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Livermore mette in scena a Siracusa tutta l'Orestea

Livermore mette in scena a Siracusa tutta l'Orestea

Sabato 9 luglio la trilogia di Eschilo in 4 ore di spettacolo

PALERMO, 07 luglio 2022, 16:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'evento teatrale, forse il più importante degli ultimi anni, l'intera Orestea di Eschilo sarà in scena al Teatro Greco di Siracusa, sabato 9 luglio, alle 19,30; circa quattro ore di spettacolo, con 30 minuti di intervallo. "Agamennone", "Coefore" ed "Eumenidi", dirette da Davide Livermore. Le tragedie sono andate in scena separatamente, con una messa in scena sontuosa e solenne. Si comincia dall'omicidio del re degli Achei per mano di Clitennestra, che ha atteso 10 anni e ora può vendicare la figlia Ifigenia, sacrificata dal cinico padre, sull'altare della guerra. Ma gli altri due figli: Elettra e Oreste non hanno dimenticato, Apollo stesso ordina a Oreste di uccidere la perfida Clitennestra e il suo amante, Egisto. Altro delitto, altra vendetta in una scia di sangue che sembra non avere fine.
    Lo sguardo è concentrato su una regia e una società violenta, indurita dall'assenza di un governo, animata solo dall'odio, che Livermore colloca negli anni della dittatura, fino ad arrivare agli anni '40. Una regia potente, con meravigliosi costumi, pellicce, gioielli e Clitennestra che arriva in scena a bordo di una Flaminia. Le tragedie greche parlano agli uomini di ogni tempo e di ogni luogo, secondo Livermore, sono dunque sempre contemporanee. Tra gli attori impegnati quest'anno Maddalena Crippa, Giuseppe Sartori, Laura Marinoni, Sax Nicosia, Linda Gennari, Stefano Santospago e molti altri, oltre al coro della Scuola dell'Inda, che ormai potremmo considerare una sorta di "Compagnia Livermore".
    "La giustizia è il concetto attorno a cui gira tutta l'Orestea - racconta Livermore-. Io sento il bisogno di totale adesione filologica alla tragedia classica. Seppure da un'ottica più recente. Qui saremo negli anni trenta, in un mondo che sta per crollare. La scena prevede una grande superficie specchiante, che rifletterà anche il pubblico". La fine della trilogia racconta la nascita dei tribunali e della giustizia penale. Oreste verrà assolto perché la giuria è presieduta da Atena che vota per l'assoluzione. "La giustizia è fatta dagli uomini e dunque conserva tutte le ambiguità e le contraddizioni degli uomini" conclude il regista.
   

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