L'evento teatrale, forse il più
importante degli ultimi anni, l'intera Orestea di Eschilo sarà
in scena al Teatro Greco di Siracusa, sabato 9 luglio, alle
19,30; circa quattro ore di spettacolo, con 30 minuti di
intervallo. "Agamennone", "Coefore" ed "Eumenidi", dirette da
Davide Livermore. Le tragedie sono andate in scena
separatamente, con una messa in scena sontuosa e solenne. Si
comincia dall'omicidio del re degli Achei per mano di
Clitennestra, che ha atteso 10 anni e ora può vendicare la
figlia Ifigenia, sacrificata dal cinico padre, sull'altare della
guerra. Ma gli altri due figli: Elettra e Oreste non hanno
dimenticato, Apollo stesso ordina a Oreste di uccidere la
perfida Clitennestra e il suo amante, Egisto. Altro delitto,
altra vendetta in una scia di sangue che sembra non avere fine.
Lo sguardo è concentrato su una regia e una società violenta,
indurita dall'assenza di un governo, animata solo dall'odio, che
Livermore colloca negli anni della dittatura, fino ad arrivare
agli anni '40. Una regia potente, con meravigliosi costumi,
pellicce, gioielli e Clitennestra che arriva in scena a bordo di
una Flaminia. Le tragedie greche parlano agli uomini di ogni
tempo e di ogni luogo, secondo Livermore, sono dunque sempre
contemporanee. Tra gli attori impegnati quest'anno Maddalena
Crippa, Giuseppe Sartori, Laura Marinoni, Sax Nicosia, Linda
Gennari, Stefano Santospago e molti altri, oltre al coro della
Scuola dell'Inda, che ormai potremmo considerare una sorta di
"Compagnia Livermore".
"La giustizia è il concetto attorno a cui gira tutta
l'Orestea - racconta Livermore-. Io sento il bisogno di totale
adesione filologica alla tragedia classica. Seppure da un'ottica
più recente. Qui saremo negli anni trenta, in un mondo che sta
per crollare. La
scena prevede una grande superficie specchiante, che rifletterà
anche il pubblico". La fine della trilogia racconta la nascita
dei tribunali e della giustizia penale. Oreste verrà assolto
perché la giuria è presieduta da Atena che vota per
l'assoluzione. "La giustizia è fatta dagli uomini e dunque
conserva tutte le ambiguità e le contraddizioni degli uomini"
conclude il regista.
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