Musiche di rarissimo ascolto di
compositori italiani ed europei dal XIII al XVII secolo, da
Francesco Landini vissuto per buona parte del 1300 fino a
Giovanni Picchi vissuto, invece, tra il 1500 e il 1600, hanno
inaugurato il 25 settembre scorso la stagione concertistica e
l'attività della nuova direttrice, Catalina Vicens, del Museo
San Colombano di Bologna. Questa straordinaria artista, nata in
Cile ma cittadina del mondo, è stata chiama da poco alla
direzione del museo bolognese di via Parigi per proseguire il
lavoro di Liuwe Tamminga, il clavicembalista e organista
prematuramente scomparso il 29 aprile.
Come il suo predecessore, Catalina Vicens è considerata una
profonda conoscitrice di strumenti antichi, che ha studiato e va
suonando un po' ovunque sia in Europa che nelle due Americhe. Ne
è stata prova ulteriore il fantastico e impareggiabile concerto
in San Colombano dove l'artista si è esibita su ben cinque dei
90 strumenti che la collezione, donata al museo dal maestro
Luigi Ferdinando Tagliavini, conserva: una spinetta del 1598,
due clavicembali del 1584 e del 1685 e due piccolissimi organi
moderni copie di strumenti antichi. L'impaginazione dei brani
partiva dal più recente per approdare in un percorso a ritroso
al "Chominciamento di gioia" di autore anonimo del 1300: così,
tra toccate, frottole e altre danze di Landini, Binchois, Cara,
Fogliano, Tromboncino e de Cabezòn, Catalina Vicens ha
conquistato il pubblico, entusiasta anche per la sua simpatia,
per l'impegno di rendere San Colombano un luogo ancora più
fruibile, ma soprattutto per la sua strabiliante capacità e
bravura nel passare da uno strumento all'altro e da un genere
all'altro, a testimonianza di uno studio molto approfondito.
Senza dimenticare poi la generosità: nel finale ha l'artista
regalato la ribalta all'amica soprano Lieselot De Wilde e l'ha
accompagnata in una splendida Ave Stella Mattutina.
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