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Daniel Pennac, il mio ultimo Malaussène

Daniel Pennac, il mio ultimo Malaussène

Esce il capitolo conclusivo, "scriverò un romanzo sul silenzio"

ROMA, 28 marzo 2023, 10:55

di Mauretta Capuano

ANSACheck

Daniel Pennac - RIPRODUZIONE RISERVATA

Daniel Pennac - RIPRODUZIONE RISERVATA
Daniel Pennac - RIPRODUZIONE RISERVATA

Daniel Pennac dice addio, ma non proprio, a Benjamin e alla tribù dei Malaussene. Dopo sette libri che hanno venduto oltre cinque milioni di copie nel mondo si conclude con 'Capolinea Malaussene', che arriva in libreria il 28 marzo per Feltrinelli nella traduzione di Yasmina Melaouah, un'avventura cominciata quarant'anni fa. E in questo ultimo capitolo lo scrittore ci regala il personaggio di Nonnino, "genio del male". "Io ho 40 anni in più e nella saga i figli di Malaussene hanno fatto a loro volta dei figli. Questo volume mette in scena, come personaggi principali, la seconda generazione" dice all'ANSA lo scrittore, in Italia per l'uscita del libro che ha presentato a Libri Come a Roma e con cui sarà il 28 marzo alla Feltrinelli Piazza Piemonte a Milano. Dal tempo de 'Il paradiso degli orchi', primo volume della saga, scritto nel 1983, uscito in Italia per Feltrinelli nel 1991, "il mondo è cambiato moltissimo. Dal punto di vista politico non esiste più il Partito comunista, non esiste quasi più il Partito socialista e c'è una forte ascesa dell'estrema destra. Il quartiere di Belleville è un po' meno un quartiere operaio, è diventato piuttosto un quartiere popolato da artisti, ma è rimasto multiculturale".
    E' stato difficile questo addio alla saga di Belleville? "Impiego molti anni a scrivere ogni Malaussene, non ho più moltissimo tempo davanti a me e ho anche voglia di scrivere altri libri. E poi la tribù Malaussene nel caso di molti personaggi esiste davvero, vive intorno a me e quindi in realtà non la sto lasciando. E' stato il mio figlioccio, che in questo momento vive a casa nostra e sta finendo gli studi, a cominciare a chiamarmi Nonnino per prendermi in giro". Ma Nonnino, che educa i suoi ragazzi al male, non ha nulla a che vedere con lei? "E' stato un gioco tra questo figlioccio e me. 'Adesso ti faccio vedere io. Lo creo davvero il personaggio di Nonnino e vedrai come sarà cattivo' gli ho detto per ridere.
    Nonnino è lo spirito del male della nostra epoca. E' un assassino in un'epoca in cui si uccide tanto. Basta vedere i criminali che si sono fatti eleggere negli ultimi anni in modo democratico: in Russia Putin, in Turchia Erdogan, in Brasile Bolsonaro, negli Stati Uniti Trump. Abbiamo una specie di violenza verbale liberata, senza ritegno, che si esprime in nome dei popoli su tutto il pianeta e individualmente i social network sono diventati una forza di denuncia di chiunque nei confronti di chiunque. E' tutto questo insieme di cose che io chiamo violenza, alla quale si aggiungono le numerosissime guerre in corso, non soltanto quella in Ucraina, anche in Etiopia, in Eritrea o in Iran dove un governo di maschi ha dichiarato la guerra alle donne o in Afganistan. E nel Mediterraneo dove l'Europa lascia che anneghino gli affamati e gli assetati" spiega lo scrittore, 78 anni, che è stato professore in un liceo parigino.
    L'unico a non essere cambiato è Benjamin o Ben Malaussene, direttore delle Edizioni del Taglione, capro espiatorio professionista. Ben "continua a lavorare in casa editrice e a essere pagato per prendere le lamentele di tutti gli autori scontenti. E ce ne sono molti nelle case editrici".
    'Capolinea Malaussene' riprende da dove si era fermato 'Il caso Malaussene' con i tre cugini Mara, Nange e Sigma che rapivano l'uomo d'affari Georges Lapietà per fare un'"installazione" spettacolare. Peccato che alcuni veri malviventi decidano a loro volta di rapire Lapietà e qui entra in gioco la nuova banda e Nonnino. C'è qualche speranza di un futuro migliore? "Recentemente un amico, mentre prendevamo l'aperitivo della sera, mi ha dato una lezione politica e ideologica. Tutto quello che diceva era coerente e vero da un punto di vista intellettuale. Allora gli ho detto: 'hai ragione.
    In astratto hai ragione', ma io ti crederò veramente solo quando avrai risposto alla seguente domanda: 'quante persone hai fatto felici oggi?' Anche una piccolissima felicità. Lui non è stato in grado di rispondere. Uno dei nostri problemi filosofici e politici è che siamo tutti capaci di provare un amore macroscopico nei confronti dell'umanità, ma siamo in troppi a essere incapaci di provare un amore microscopico nei confronti delle persone che ci circondano. Credo che i nostri problemi derivino un po' da questa sproporzione". Di cosa parlerà il suo nuovo libro? "Scriverò un romanzo sul silenzio. E' quello di cui abbiamo bisogno oggi. Ho già cominciato a pensarci".
   

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