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Mass media tra eccessi e 'fake', un'etica dell'informazione

Mass media tra eccessi e 'fake', un'etica dell'informazione

Esce 'Etica ecologia responsabilità',dialogo Angeloni-Mastrofini

ROMA, 01 giugno 2021, 12:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Fausto Gasparroni) 'ETICA ECOLOGIA RESPONSABILITA'', DI ANGELO ANGELONI E FABRIZIO MASTROFINI, ARMANDO EDITORE, PAGG.
    112, EURO 10,00 - "C'è bisogno di un'etica della comunicazione per l'uomo d'oggi, iperconnesso in una trama di messaggi che non gli danno respiro?". E' a questa domanda di evidente attualità - espressa nella prefazione dal sociologo ed ex consigliere Rai Gianpiero Gamaleri - che intende rispondere il saggio "Etica ecologia responsabilità", frutto di una articolata conversazione di Angelo Angeloni con il giornalista e saggista Fabrizio Mastrofini, specializzato proprio in temi etici.
    "Viviamo, oggi, una babele di linguaggi, creata dalle tecnologie sempre più sofisticate: linguaggi utili, certamente, ma inadatti all'articolazione del pensiero - è il punto di partenza dell'agile saggio-intervista -. Siamo sommersi da continue informazioni, sondaggi, notizie false o manipolate. Di fronte a tutto questo, si fa urgente l'esigenza di una corretta informazione e dei valori etici che devono guidarla". E nell'universo delle 'fake news', o della 'quasi verità', gli interrogativi - e i rischi - per il cittadino si moltiplicano nell'addentrarsi in un territorio finora inesplorato come quello della pandemia da Covid-19.
    "Si può sostenere che sia un bene conoscere quante più notizie possibili. Non lo è. Le notizie vanno filtrate. La gente non vuole la 'quantità' di informazioni, ma la 'qualità'. Vuole un''etica' e un'ecologia' dell'informazione, basata sulla qualità, sul rispetto delle persone, e legata ai grandi temi della 'Bioetica'", è tra le tesi del libro.
    Il dialogo, nei tre capitoli principali, analizza dunque i campi dell'"informazione e comunicazione", della "manipolazione e falsità delle notizie", per arrivare alla trattazione di una vera e propria "etica dell'informazione", con l'ausilio anche di esempi come quelli di maestri del giornalismo, quale il grande reporter polacco Ryszard Kapuscinski: "Nel Medioevo il mezzo di comunicazione era la lettera. Se chi la scriveva mentiva, ingannava una data persona. Poi Hitler riuscì a ingannarne quaranta milioni e Stalin duecento. Oggi certi programmi televisivi vengono seguiti da un miliardo di persone. Se c'è dentro una bugia, verrà moltiplicata miliardi di volte e il peso dell'abuso diventerà incomparabilmente più grande", e alla fine "solo la democrazia può limitare la sfera d'azione della menzogna". Frasi, tra l'altro, scritte ben prima dell'avvento dei social e della strumentalizzazione dell'informazione su scala industriale messa in atto negli ultimi anni, nei quali quella che Max Weber chiamava l'"etica della responsabilità" sembra faticosamente arrancare, quasi un trascurabile residuo del passato.
    E nell'Appendice è il sociologo Franco Ferrarotti a proporre ancora nuove chiavi di lettura: "Oggi c'è un eccesso di informazioni, a petto di una scarsa capacità di valutazione razionale delle stesse informazioni", osserva. "Soprattutto con l'informazione elettronica, oggi abbiamo un'informazione a portata planetaria, in tempi reali, ma priva della critica delle 'fonti', e prova anche dell'attenzione al principio della non contraddizione - conclude Ferrarotti -. E' un'informazione rapida, velocissima, iperbolica, fagocitante, che in fondo finisce non per 'informare', ma per 'deformare'".
   

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