(di Fausto Gasparroni)
'ETICA ECOLOGIA RESPONSABILITA'', DI
ANGELO ANGELONI E FABRIZIO MASTROFINI, ARMANDO EDITORE, PAGG.
112, EURO 10,00 - "C'è bisogno di un'etica della comunicazione
per l'uomo d'oggi, iperconnesso in una trama di messaggi che non
gli danno respiro?". E' a questa domanda di evidente attualità -
espressa nella prefazione dal sociologo ed ex consigliere Rai
Gianpiero Gamaleri - che intende rispondere il saggio "Etica
ecologia responsabilità", frutto di una articolata conversazione
di Angelo Angeloni con il giornalista e saggista Fabrizio
Mastrofini, specializzato proprio in temi etici.
"Viviamo, oggi, una babele di linguaggi, creata dalle
tecnologie sempre più sofisticate: linguaggi utili, certamente,
ma inadatti all'articolazione del pensiero - è il punto di
partenza dell'agile saggio-intervista -. Siamo sommersi da
continue informazioni, sondaggi, notizie false o manipolate. Di
fronte a tutto questo, si fa urgente l'esigenza di una corretta
informazione e dei valori etici che devono guidarla". E
nell'universo delle 'fake news', o della 'quasi verità', gli
interrogativi - e i rischi - per il cittadino si moltiplicano
nell'addentrarsi in un territorio finora inesplorato come quello
della pandemia da Covid-19.
"Si può sostenere che sia un bene conoscere quante più
notizie possibili. Non lo è. Le notizie vanno filtrate. La gente
non vuole la 'quantità' di informazioni, ma la 'qualità'. Vuole
un''etica' e un'ecologia' dell'informazione, basata sulla
qualità, sul rispetto delle persone, e legata ai grandi temi
della 'Bioetica'", è tra le tesi del libro.
Il dialogo, nei tre capitoli principali, analizza dunque i
campi dell'"informazione e comunicazione", della "manipolazione
e falsità delle notizie", per arrivare alla trattazione di una
vera e propria "etica dell'informazione", con l'ausilio anche di
esempi come quelli di maestri del giornalismo, quale il grande
reporter polacco Ryszard Kapuscinski: "Nel Medioevo il mezzo di
comunicazione era la lettera. Se chi la scriveva mentiva,
ingannava una data persona. Poi Hitler riuscì a ingannarne
quaranta milioni e Stalin duecento. Oggi certi programmi
televisivi vengono seguiti da un miliardo di persone. Se c'è
dentro una bugia, verrà moltiplicata miliardi di volte e il peso
dell'abuso diventerà incomparabilmente più grande", e alla fine
"solo la democrazia può limitare la sfera d'azione della
menzogna". Frasi, tra l'altro, scritte ben prima dell'avvento
dei social e della strumentalizzazione dell'informazione su
scala industriale messa in atto negli ultimi anni, nei quali
quella che Max Weber chiamava l'"etica della responsabilità"
sembra faticosamente arrancare, quasi un trascurabile residuo
del passato.
E nell'Appendice è il sociologo Franco Ferrarotti a proporre
ancora nuove chiavi di lettura: "Oggi c'è un eccesso di
informazioni, a petto di una scarsa capacità di valutazione
razionale delle stesse informazioni", osserva. "Soprattutto con
l'informazione elettronica, oggi abbiamo un'informazione a
portata planetaria, in tempi reali, ma priva della critica delle
'fonti', e prova anche dell'attenzione al principio della non
contraddizione - conclude Ferrarotti -. E' un'informazione
rapida, velocissima, iperbolica, fagocitante, che in fondo
finisce non per 'informare', ma per 'deformare'".
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