(di Paolo Petroni)
La pandemia, con tutto quello che
ha comportato, dalle costrizioni del lockdown alle vaccinazioni,
dallo smart working alla dad, ha segnato una cesura tra il mondo
di prima e quel che stiamo vivendo oggi, tanto che anche il
senso di un valore centrale come la libertà si è forzatamente
modificato. Lo si capisce chiaramente sin dai primi interventi
al Festivalfilosofia che si è aperto il 17 settembre a Modena,
Carpi e Sassuolo, dove 45 relatori di livello internazionale
affrontano da più punti di vista proprio questo tema, libertà,
oggi divenuto caldo.
Si comincia facendo notare come sia diventata viva, dopo gli
avvenimenti recenti, la percezione del dentro e del fuori, non
solo relativamente alla chiusura tra le pareti di casa, ma anche
tra il dentro di noi e l'esterno, gli altri. Un tema filosofico,
in quanto esistenziale, psicologico, sociale e politico, che si
interroga anche su da che parte sia in questi casi la libertà,
dopo che ne abbiamo vissuta un pericolosa mancanza che ha fatto
perdere di vista come la libertà di ognuno sia legata, dipenda
da quella degli altri. Anzi, gli altri sono diventati da tempo,
anche extra pandemia e difesa delle mura domestiche, motivo di
paura, così che finiamo per questo a autolimitarci la libertà.
Di libertà si parla e discute da sempre, ma spesso
retoricamente, come un concetto astratto, non calato nella vita
privata e pubblica, così che molti ribadiscono come 'la libertà
valga davvero poco se non ce n'è coscienza. Insomma, tutto
questo dipende anche dalla percezione che ne abbiamo (spesso
condizionata da informazioni del potere e dei media), una
percezione che ha perso oggettività diventando amplificata
emotivamente.
''Viviamo nella società più sicura di sempre, anche sul piano
sanitario'', ricorda Francesca Rigotti, docente di Dottrine
politiche all'Università di Lugano, notando che si discute e si
avverte una paura diffusa che ha spinto la gente a giustificare
''abusi di potere, che hanno limitato la nostra libertà'' e cita
l'eccessivo succedersi di decreti del presidente del Consiglio
come ora gli avvenimenti più recenti legati al problema delle
vaccinazioni, che ci ''hanno sottoposto a un vero e proprio
ricatto'', coinvolgendo questioni come la dignità, la libertà e
la responsabilità delle persone.
Allora, per Marco Filoni, docente di Filosofia politica alla
Link University di Roma, la paura è qualcosa che dobbiamo
imparare a sfruttare positivamente, non facendoci paralizzare e
obnubilare la ragione, come spinta a analizzare le cose per
capirle e vedere come affrontarle. Come ha spiegato, partendo da
Platone, anche Carlo Galli, docente di Dottrine politiche
all'Università di Bologna, è qui che interviene la necessità
della filosofia, della metafisica che scava dietro le apparenze
e quindi scopre come smontarle usando la ragione.
Allora questi tre giorni di discussioni e riflessioni saranno
quest'anno più che mai di attualità e utili per fare il punto e
capire in quale situazione ci troviamo, in modo da poterla
vivere, da agire con coscienza.
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