Un viaggio nell'Inferno descritto
nella Divina Commedia tra letture rock e riflessioni sul
presente. Aldo Cazzullo e Piero Pelù, l'1 luglio alle 20
nell'area archeologica di Nora, inaugurano il 39/o Festival La
Notte dei Poeti del Cedac con "A riveder le stelle", dal titolo
dell'omonimo saggio edito da Mondadori dedicato al "poeta che
inventò l'Italia" in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante
Alighieri.
Nel gioco di rimandi e citazioni, pure la musica di Franco
Battiato: " 'Ahi serva Italia, di dolore ostello / nave sanza
nocchiere in gran tempesta/ non donna di province, ma
bordello!', la celebre invettiva di Dante nel sesto Canto del
Purgatorio è imparentata con Povera Patria", spiega Cazzullo.
Il giornalista e scrittore conduce gli spettatori alla
riscoperta delle parole immaginifiche e profetiche del Sommo
poeta, affiancato in questa avventura da Piero Pelù. "Fiorentino
spirito libero e artista coraggioso, Piero non solo legge ma
interpreta Dante, diventa Caronte, diventa Ulisse, diventa i
diavoli", sottolinea Cazzullo.
Un inedito duo per uscire finalmente "A riveder le stelle". "Un
po' tutti abbiamo voglia di ripartire, ricominciare a vivere e
guardarci negli occhi", racconta il giornalista che sbarcherà
"nell'Isola dei Sardi, come la chiama Dante quando descrive il
viaggio di Ulisse, ma il nome dell'Isola ritorna nel XXII Canto,
con quei versi "e a dir di Sardigna/ le lingue lor non si
sentono stanche". Se la risposta a Guido da Montefeltro "Ravenna
sta come stata è molt'anni..." "potrebbe essere l'inizio di un
reportage", il giornalista ricorda anche che "Dante ha una
concezione moderna della donna: afferma che la specie umana
supera tutto ciò che è sulla terra grazie alla donna, e nella
Commedia è lei che salva l'uomo. Accanto al verso più famoso
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona" del canto di Paolo e
Francesca - prosegue - c'è quel "Caina attende chi a vita ci
spense".
Si allude a Gianciotto Malatesta, colpevole di femminicidio, che
finirà nel posto più brutto e più freddo dell'inferno. Nel poema
fondante della nostra letteratura Dante, che nell'Inferno scrive
"Del bel paese là dove 'l sì sona", come sottolinea Aldo
Cazzullo "ci ha dato una lingua e un'idea di noi stessi".
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