Il "Prometeo incatenato" di
Eschilo inaugura la 58esima Stagione dell'Inda a Siracusa, l'11
maggio, diretto dal regista pugliese Leo Muscato, traduzione di
Roberto Vecchioni. Una delle figure del teatro greco più
misteriose e indagate, e al tempo stesso moderno. "Prometeo-
racconta il regista- è un padre che ha generato gli uomini e li
ama profondamente. Lentamente ha insegnato loro tutto, ha
convinto Atena a donare la Sapienza, ma manca ancora qualcosa:
il fuoco, l'elemento che consente di creare ogni risorsa,
fondamentale per la sopravvivenza del genere umano di cui
Prometeo conosce la fragilità".
"Il titano non è solo colui che possiede tutte le "tecné",
colui che osa sfidare Zeus che gli ha proibito di donare il
fuoco, è anche il "preveggente", conosce il futuro, ma una cosa
non è riuscito a prevedere. Gli uomini- aggiunge Leo Muscato-
attraverso i secoli useranno le tecniche e il sapere per
distruggere progressivamente la natura. L'armonia tra uomo e
natura, fondamento stesso di tutta la cultura greca, verrà
compromessa. L'uomo per i greci è parte della natura, per la
cultura giudaico-cristiana, invece, l'uomo è padrone della
natura che gli viene affidata. Ma purtroppo il risultato non
cambia". Il regista parla poi della messa in scena che
presenterà al teatro greco: "Ho scelto di ambientare questa
tragedia dove non ci sono uomini, solo dei, in una fabbrica
abbandonata, un sito industriale in disfacimento, dove Efesto
deve inchiodarlo a una rupe. Da subito ho capito che il mio
ruolo si giocava su questo: dove e come inchiodare il titano.
Avremo un treno su un binario morto, di quelli che portavano ai
campi di concentramento. Tutto è morto, tra la ruggine e il
ferro e le Oceanine escono da una enorme ciminiera, sporche di
petrolio. Ecco che allora il capitalismo ha fatto i suoi
disastri ai danni della natura e questo è tristemente attuale.
Non è un caso che la tragedia si apra con l'ingresso di Cratos e
Bia, il potere e la violenza. Come protagonista ho voluto un
talento macroscopico, Alessandro Albertin, forse sconosciuto al
grande pubblico, ma non per molto".
La scena è disegnata da Federica Parolini, con i costumi di
Silvia Aymonino e le musiche di Ernani Maletta. A completare il
cast Silvia Valenti, Davide Paganini, Michele Cipriani, Alfonso
Veneroso, Deniz Ozdogan e Pasquale Di Filippo. Le coreute sono
Giulia Acquasana, Marina La Placa e Alba Sofia Vella. Le recite
sono tutte sold-out, ma l'empatico regista conclude che
"Lavorare a Siracusa è un dono, una fortuna non prevista, vedere
come lavorano le maestranze, con quale orgoglio, è una cosa
meravigliosa sanno che il tuo successo è il loro successo e ogni
giorno montano e poi smontano la scena. Zeus, che è assente
nella tragedia, invece forse si paleserà. Ma questa è una
sorpresa".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA