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Migranti a Vita imparano a fare pani di San Giuseppe

Migranti a Vita imparano a fare pani di San Giuseppe

Volontarie Pro Loco e soci di Spazio Libero tramandano l'arte

VITA, 14 marzo 2023, 12:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Antonio Pizzo) Attività di integrazione svolte anche tramandando ai migranti l'arte della realizzazione dei pani votivi utilizzati per decorare gli altari in onore di San Giuseppe. Accade a Vita (Tp) con l'iniziativa, promossa da Maria Scavuzzo, presidente della Pro Loco Vitese, che è stata sposata da Maria Cipponeri, responsabile delle strutture di accoglienza per famiglie e uomini di Vita (Progetto Sai Marsala) e condivisa da Paola Gandolfo, dell'associazione Spazio Libero onlus, che assiste e svolge attività socio-culturali per disabili, impegnata nel "Progetto Salemi, Gibellina e Vita… un mondo di sapori".
    Nei locali messi a disposizione dal Sai, si sono dati appuntamento le volontarie della Pro Loco e i soci di Spazio Libero per tramandare l'antica arte dei pani votivi a immigrati bengalesi, egiziani, somali, tunisini e camerunesi. Preparato l'impasto le volontarie hanno insegnato ai migranti le tecniche di modellazione e di taglio attraverso le quali si conferiscono forme artistiche ai manufatti prima di essere infornati.
    I migranti sono quelli ospitati nel Centro di accoglienza di Vita gestito dalla cooperativa sociale Badia Grande: 16 uomini, in buona parte under i 30 anni, quattro coppie (due somale, una nigeriana ed una tunisina), tre bambini e un adolescente che "frequentando le scuole del posto - sottolinea una nota di Badia Grande - si sono perfettamente integrati con i coetanei" di Vita. "Gli uomini - continua la nota - sono maggiormente integrati perché lavorano nelle aziende della cittadina, un po' meno invece le donne che trascorrono il loro tempo a casa". E progetti come questo vengono promossi "proprio per fare socializzare" gli extracomunitari fra loro e con gli abitanti del paese.
    Oltre a preparare i pani votivi di San Giuseppe, le donne vitesi hanno anche cucinato i piatti tradizionali della festività (pasta col sugo di finocchietto selvatico condita con pan grattato, olio extravergine di oliva e zucchero; nonché le frittate di stagione a base di uova, formaggi, patate e carciofi) e pranzato "tutti insieme in un clima sereno come se abitanti del posto e 'forestieri' lo facessero da sempre".
    L'iniziativa sarà oggetto di studio per sviluppare nuove forme di integrazione multietnica. Una laureanda in Architettura dell'Università di Palermo, Eloisa Gizzi, ha partecipato alla giornata dei pani votivi raccogliendo testimonianze e scattato foto la sua tesi, centrata sulla riqualificazione urbana del centro storico di Vita connessa alle possibilità di ripopolamento con gli immigrati. "Parlare di inclusione è semplice - conclude la nota di Badia Grande - realizzarla non è per nulla facile, visto che ancora certi pregiudizi dettati dall'ignoranza sono difficili da estirpare. A Vita, il più piccolo comune della provincia di Trapani, la popolazione si è integrata con gli ospiti dei due centri di accoglienza del Sai di Marsala e non vi è evento del paese che non venga condiviso con i 'forestieri', come vengono generalmente chiamati dagli abitanti del posto".
   

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