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Borghi siciliani dalla vetrina di Rai3 a un piano di sviluppo

Turismo

Borghi siciliani dalla vetrina di Rai3 a un piano di sviluppo

Dopo terzo posto Geraci siculo si pensa al futuro e ai giovani

ROMA, 09 aprile 2021, 07:55

Redazione ANSA

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Geraci siculo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Geraci siculo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Geraci siculo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un piano strategico per rilanciare e ripopolare i borghi, così come è necessario un riequilibrio tra città e aree interne. Ma soprattutto fare in modo che i giovani possano decidere di restare nei territori di appartenenza. E' il messaggio che arriva dalla tavola rotonda, organizzata nelle pagine Youtube e Facebook 'Visit Geraci Siculo', che ha avuto per tema 'I borghi, motore della rinascita'. Un punto sull'economia locale e la vita sostenibile nei centri più piccoli della Sicilia in occasione del riconoscimento a Geraci Siculo, classificatosi terzo nel concorso 'Il borgo dei borghi' realizzato nell'ambito della trasmissione 'Alla falde del Kilimangiaro' condotta da Camila Raznovich su Rai Tre. "E' stata una sfida avvincente e siamo molto soddisfatti di questa posizione - ha spiegato il sindaco di Geraci Siculo, Luigi Iuppa -. Le preferenze del pubblico ci hanno spinto in alto, ma non abbiamo ricevuto alcun voto dai giurati che avevano un loro peso sul risultato finale. Il nostro terzo posto è soltanto legato al voto del pubblico. Abbiamo avuto il sostegno dai siciliani.
    Non abbiamo vinto ma siamo certamente tra i borghi più amati".
    "Questo - ha aggiunto Iuppa - adesso è un punto di partenza a livello di visibilità e di condivisione. Oggi la comunità di Geraci Siculo deve fare in modo che il nostro borgo sia visitato potenziando il livello dell'ospitalità e la qualità dei servizi da rendere a chi vuole visitare non solo noi ma in generale tutte le Madonie, dobbiamo fare rete. La pandemia sta rivoluzionando il turismo e dobbiamo puntare su turismo lento e delle radici, un turismo esperenziale".
    "I borghi sono cultura, storia e tradizione che promuovono i valori e l'appartenenza. Il calore umano è il valore aggiunto dei nostri borghi - ha detto Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale de 'I borghi più belli d'Italia' -. Oggi il turista del terzo millennio vuole scoprire l'entroterra, non vuole più spiaggia-sole-mare, ma vuole essere coinvolto, vuole emozionarsi, vuole essere complice e sentirsi parte integrante della comunità che va a scoprire".
    "Anche quest'anno siamo stati scelti dalla Rai per avere una vetrina mediatica da regalare ai borghi - ha aggiunto Giuseppe Simone, vice presidente nazionale dell'associazione -. I nostri borghi sono da sempre apprezzati e il programma televisivo è una grande opportunità. La nostra associazione, nata quasi vent'anni fa, ha avuto grande fortuna e grande slancio. Il nostro obiettivo era fare conoscere i borghi, il fascino di un'Italia nascosta. Adesso - ha sottolineato Simone - non c'è più bisogno di continuare a costruire l'immagine, vogliamo essere il prototipo di un motore in grado di rivoluzionare il turismo dell'Italia. Vorremmo scegliere Geraci Siculo per presentare il piano strategico dei borghi per chiedere alla politica di evitare lo spopolamento. Il virus ci ha fatto scoprire che nei paesi si vive meglio. Vanno adeguate le infrastrutture e i servizi. Lo spopolamento dei piccoli centri rappresenta la distruzione della nostra economia".
    La sfida più grande è proprio quella di fare in modo che i giovani restino nei borghi, vanno create opportunità di lavoro anche nei piccoli centri, come ha sottolineato Giulia Sonzogno, esperta di sviluppo di 'Riabitare l'Italia'. "Facciamo ricerca e promuoviamo progetti sui territori coinvolgendo la popolazione con workshop e seminari. Stiamo portando avanti il nostro primo grande progetto che si chiama "Giovani dentro" proprio per capire quali sono le motivazioni a restare, come è possibile promuovere opportunità per i giovani delle aree interne. Capire chi sono, cosa vogliono fare, perché vogliono restare. Dai primi dati che abbiamo raccolto il 70% dei giovani vuole restare, oltre il 50% vuole promuovere strategie di sviluppo e progetti perché pensa alla sua vita nei territori. Attraverso le risorse europee oggi è possibile attivare una serie di opportunità".
   
   

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