Sono due le lettere che Oscar
Camps, fondatore di Open Arms, scrisse all'allora cancelliere
tedesco Angela Merkel, chiedendo aiuto mentre la nave aveva a
bordo migranti soccorsi in più missioni, e acquisite stamani dai
giudici del processo, che si celebra a Palermo, dove è imputato
Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti
d'ufficio.
La prima è del 7 agosto del 2019. Camps scrive di "una
difficile situazione nel Mediterraneo". "La nave Open Arms
naviga nel Mediterraneo da 5 giorni, a bordo ci sono 121 le
persone soccorse, di cui 30 minorenni. La situazione è precaria
perché diversi adulti e bambini hanno urgente bisogno di cure
mediche. Abbiamo diverse richieste formali per i porti sicuri
più vicini, Malta e Italia, per l'imbarco di tali persone.
Tuttavia - afferma Camps - le nostre innumerevoli domande sono
state respinte. Abbiamo esaurito tutte le opzioni usuali e
legali per garantire un arrivo sicuro".
"Inoltre - aggiunge il fondatore di Open Arms - riteniamo che
sia responsabilità della Commissione europea avviare e
coordinare un processo per la distribuzione di questi migranti e
rifugiati tra i diversi Stati membri. Questo meccanismo può
essere attivato solo su richiesta di uno Stato membro. E
crediamo che la Germania sia lo Stato membro più appropriato
dato il suo desiderio pubblico di un meccanismo di solidarietà
europeo".
Quindi l'appello: "Aiutateci, a nome delle popolazioni che
navigano nel Mediterraneo, vittime di ogni tipo di violenza, e
chiedete alla Commissione europea di mostrare solidarietà di
fronte alla tragedia e ai naufragi invisibili nel Mediterraneo,
al fine di porre un meccanismo europeo di distribuzione e
risposta".
Nove giorni dopo, è il 16 agosto, Oscar Camps scrive la
seconda lettera alla Merkel. "A seguito delle precedenti
comunicazioni in merito alla situazione della nave Open Arms,
che da 15 giorni attende un porto sicuro per sbarcare e
trovandosi a più di 24 ore (mezzo miglio) dall'isola di
Lampedusa, vi ricontatto per portarvi la situazione di estrema
gravità che stiamo affrontando in questo momento".
"Oggi abbiamo esaurito tutti i mezzi legali e amministrativi
per avere un rifugio sicuro dove sbarcare - sottolinea Camps -
In questi giorni siamo stati costretti ad effettuare sei
evacuazioni sanitarie e nonostante abbiamo informato le autorità
sanitarie, la situazione è progressivamente peggiorata. Stiamo
assistendo al deterioramento delle condizioni fisiche e mentali
delle persone a bordo e a causa della situazione estrema che
stiamo affrontando, siamo costretti a richiedere uno scalo a
Lampedusa a causa di una catastrofe umanitaria in quanto la
situazione a bordo è insopportabile. Vi chiediamo di fare tutto
ciò che è in vostro potere per assicurarci che ci venga
assegnato un porto in cui sbarcare oggi".
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