(di Stefano Ambu)
Quasi cinquantamila immigrati in
Sardegna. Con un lieve calo, -1,9%, rispetto al report di
quattro anni fa. Tre su quattro vivono tra le province di
Cagliari (31,2%) e di Sassari (42,1%). Sono in maggioranza
donne, 25.737. La quota percentuale femminile più elevata si
trova in provincia di Oristano, il 60,4% dei residenti
stranieri. Seguono quella di Nuoro, con il 53,5%, quella di
Sassari con il 53,2%, la provincia del Sud Sardegna e la città
metropolitana di Cagliari, 50%. La comunità più numerosa è
quella rumena con oltre undicimila stranieri.
Sono alcuni dei dati presentati oggi a Cagliari nel rapporto
Mete 2023, realizzato dall'Osservatorio Permanente sulla
condizione demografica sui flussi migratori e sulle condizioni
delle migrazioni in Sardegna (Regione Autonoma della Sardegna
Assessorato al Lavoro e all'Emigrazione e CREI Acli).
I migranti presenti nelle strutture di accoglienza della
regione (dato relativo a fine 2022) stando alle cifre del
Ministero dell'Interno, erano in totale 1.539 (1.041 l'anno
precedente), su 107.268 migranti accolti a livello nazionale. Si
tratta del 1,4% del totale. Di questi, 259 sono stati accolti
nel sistema di accoglienza e integrazione SAI e 1280 nei centri
di accoglienza straordinaria.
In Sardegna si registra nell'ultimo anno un aumento dei posti
disponibili in progetti attivi di accoglienza in quanto: 351
rispetto ai 266 precedenti. Tra questi, 44 sono dedicati ai
minori stranieri non accompagnati (MSNA) e 307 ordinari.
Nel 2020, i contribuenti nati all'estero in Sardegna erano
pari a 41.132, il 3,9% dei contribuenti contro una media nazione
del 10,1%. I contribuenti stranieri hanno dichiarato un volume
di redditi pari a 500 milioni di euro. I contributi
previdenziali versati, invece, risultano pari a 100 milioni.
"Continua la crisi - questa la sintesi degli esperti delle
Acli - e si riduce di numero e di qualità la presenza straniera
in Sardegna. Diminuiscono le scelte di ricongiungimento
familiare e i segnali di nuove nascita, si riducono le richieste
di cittadinanza italiana. Nella collaborazione domestica prevale
la nazionalità italiana su quella straniera".
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