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'A riveder le stelle', Cazzullo e Pelù tra le rovine di Nora

'A riveder le stelle', Cazzullo e Pelù tra le rovine di Nora

Divina Commedia tra letture rock l'1 luglio apre Notte dei Poeti

CAGLIARI, 25 giugno 2021, 10:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un viaggio nell'Inferno descritto nella Divina Commedia tra letture rock e riflessioni sul presente. Aldo Cazzullo e Piero Pelù, l'1 luglio alle 20 nell'area archeologica di Nora, inaugurano il 39/o Festival La Notte dei Poeti del Cedac con "A riveder le stelle", dal titolo dell'omonimo saggio edito da Mondadori dedicato al "poeta che inventò l'Italia" in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Nel gioco di rimandi e citazioni, pure la musica di Franco Battiato: " 'Ahi serva Italia, di dolore ostello / nave sanza nocchiere in gran tempesta/ non donna di province, ma bordello!', la celebre invettiva di Dante nel sesto Canto del Purgatorio è imparentata con Povera Patria", spiega Cazzullo.

Il giornalista e scrittore conduce gli spettatori alla riscoperta delle parole immaginifiche e profetiche del Sommo poeta, affiancato in questa avventura da Piero Pelù. "Fiorentino spirito libero e artista coraggioso, Piero non solo legge ma interpreta Dante, diventa Caronte, diventa Ulisse, diventa i diavoli", sottolinea Cazzullo.

Un inedito duo per uscire finalmente "A riveder le stelle". "Un po' tutti abbiamo voglia di ripartire, ricominciare a vivere e guardarci negli occhi", racconta il giornalista che sbarcherà "nell'Isola dei Sardi, come la chiama Dante quando descrive il viaggio di Ulisse, ma il nome dell'Isola ritorna nel XXII Canto, con quei versi "e a dir di Sardigna/ le lingue lor non si sentono stanche".

Se la risposta a Guido da Montefeltro "Ravenna sta come stata è molt'anni..." "potrebbe essere l'inizio di un reportage", il giornalista ricorda anche che "Dante ha una concezione moderna della donna: afferma che la specie umana supera tutto ciò che è sulla terra grazie alla donna, e nella Commedia è lei che salva l'uomo. Accanto al verso più famoso "Amor, ch'a nullo amato amar perdona" del canto di Paolo e Francesca - prosegue - c'è quel "Caina attende chi a vita ci spense".

Si allude a Gianciotto Malatesta, colpevole di femminicidio, che finirà nel posto più brutto e più freddo dell'inferno. Nel poema fondante della nostra letteratura Dante, che nell'Inferno scrive "Del bel paese là dove 'l sì sona", come sottolinea Aldo Cazzullo "ci ha dato una lingua e un'idea di noi stessi".  

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