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Micaela Ramazzotti, racconto le donne selvagge

Micaela Ramazzotti, racconto le donne selvagge

L'attrice, da bambina recitavo nell'armadio, era il mio camerino

BARI, 02 ottobre 2021, 19:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Voce un po' rauca, cadenze infantili e uno sguardo semplice senza malizia, Micaela Ramazzotti, tailleur nero e scarpe oro, si è presentata così al Petruzzelli di Bari dove ha tenuto una masterclass al Bif&st che stasera le consegnerà il Federico Fellini Award per l'eccellenza cinematografica. Un modo di essere, il suo, che forse non a caso ricorda quella Monica Vitti che è la sua attrice di riferimento, come ribadisce più volte nella sua lezione.
    Impegnata sul set di SETTE DONNE E UN MISTERO, remake del film di Francois Ozon Otto donne e un mistero, a firma di Alessandro Genovesi, dice dei suoi personaggi: "Non sono creature fragili, casomai selvagge, che stanno al mondo in modo diverso. La diversità è per me magica e preziosa, le mie donne non corrono, è piuttosto la vita che corre intorno a loro". La vocazione l'ha avuta subito: "Da ragazzina mi chiudevo nell'armadio a doppia anta, con tanto di specchio, e dicevo le battute. Allora mi piaceva Julia Roberts. Quell'armadio era il mio camerino, lì trovavo la pace".
    E' orgogliosa delle sue origini: "Sono loro che mi hanno dato la grinta e anche la voglia di scappare all'Axa (un quartiere di Roma, ndr) dove non c'era neppure il cinema". Attori e registi di riferimento? "Gena Rowlands, Ken Loach, Bong Joon-ho, regista di PARASITE, Monica Vitti e Alberto Sordi. Quando mi capita di guardare questi ultimi due mi riempiono l'anima e mi passa ogni depressione".
   

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