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  5. Blangiardo (Istat),lavoro da remoto da 5% 2019 a 14% in 2020

Blangiardo (Istat),lavoro da remoto da 5% 2019 a 14% in 2020

Picco nel secondo trimestre oltre il 19%, tra le donne al 23,6%

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 27 LUG - "Uno dei cambiamenti indotti dalla pandemia è stata la diffusione del lavoro da remoto; si è trattato di un mutamento improvviso, che nel giro di poche settimane ha portato l'Italia in linea con la media europea, partendo da una posizione molto arretrata". Così il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, in occasione dell'audizione alla commissione Lavoro della Camera sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro. Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, ha indicato, a fine 2019 lavorava da remoto circa il 5% degli occupati, con una forte prevalenza degli indipendenti; nel secondo trimestre del 2020 l'incidenza ha superato il 19%, raggiungendo il 23,6% per le donne, con un deciso aumento della quota dei dipendenti. In seguito, l'incidenza del lavoro a distanza si è ridotta, in linea con l'evoluzione delle misure di contrasto all'emergenza, collocandosi al 14% in media d'anno. Il lavoro a distanza ha però presentato differenze rilevanti tra i settori d'attività e le funzioni svolte. Per i lavoratori dipendenti, la diffusione è cresciuta maggiormente per le mansioni tecniche, impiegatizie e professionali: fino al 36,2% nella media del 2020 per le professioni intellettuali a elevata specializzazione e oltre il 30% per i dirigenti. Ne è derivata, è stato inoltre sottolineato, una divaricazione significativa della diffusione per livello di istruzione, con un'incidenza prossima al 30% per i dipendenti con un titolo universitario e poco superiore all'1% per chi ha al più la licenza media. Nel 2020, ha aggiunto il presidente dell'Istat, "il lavoro da remoto - svolto essenzialmente dal proprio domicilio e in condizioni di convivenza 'forzata', talora con figli in didattica a distanza - ha anche influenzato gli equilibri familiari, con un'incidenza più elevata tra le donne, che hanno una presenza relativamente maggiore in attività nei servizi lavorabili da remoto e su cui gravano più spesso responsabilità domestiche e di cura". (ANSA).
   

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