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CRV - Paolo Rossi, un ragazzo d’Oro… Da Paolo a Pablito, da ‘un ragazzo come noi’ a mito.

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CRV - Paolo Rossi, un ragazzo d’Oro… Da Paolo a Pablito, da ‘un ragazzo come noi’ a mito.

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

presso il Centro Culturale San Gaetano di Padova, dal 21 dicembre una mostra celebrerà l’eroe del Mundial ‘82

14 dicembre 2021, 16:25

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 14 dic. 2021 - Il 9 dicembre 2020, lasciandoci tutti sgomenti e attoniti, spiazzati come vittime di un suo dribbling ubriacante, è venuto a mancare Paolo Rossi, l’eroe del Mundial 1982. Quello delle notti magiche, di Pertini e Bearzot, dell’urlo ancestrale di Marco Tardelli al Bernabeu. Quando l’Italia, che si stava lasciando a fatica alle spalle le ferite del terrorismo degli anni Settanta, trovò in quella Nazionale un motivo di orgoglio e uno strumento per abbattere alcuni fastidiosi stereotipi. Anche grazie ai sei gol del numero 20 azzurro, con tanto di titolo di capocannoniere conquistato. Il trionfo in Spagna consegnò definitivamente alla leggenda il bomber di Prato, completando quella parabola esaltante e irripetibile nata solo quattro anni prima sotto il cielo di Baires: da Paolo a Pablito, da uomo a mito. E come tutti i miti, il tempo non ne sbiadisce l’immagine, ma la rafforza. Oggi, a palazzo Ferro Fini, Paolo Rossi è stato ricordato a un anno dalla sua scomparsa: una mostra gli renderà omaggio. Verrà allestita presso il Centro Culturale San Gaetano di Padova, a partire dal 21 dicembre, grazie alla collaborazione della Regione del Veneto e del Comune euganeo. Il pubblico potrà ammirare da vicino cimeli unici, come il pallone e la scarpa d’oro, la mitica maglia numero 20 indossata nella semifinale con la Germania, godere di contenuti multimediali e ricordi intimi dell’uomo Paolo. Un sogno per tutti gli appassionati di calcio, e non solo. Fu proprio Pablito, il 18 febbraio 2020, a regalarci l’ultima grande emozione: anticipando lo scoppio della pandemia, come sapeva magistralmente fare in campo beffando i difensori avversari, presentò qui il suo libro autobiografico, ‘Quanto dura un attimo’, scritto a quattro mani con la moglie Federica Cappelletti. L’ultimo evento pubblico ospitato dal Consiglio regionale, prima del lockdown. Lo ha ricordato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, introducendo la conferenza stampa. “Oggi ripartiamo da Padova e dal Veneto, portando in tutta Italia e all’estero questa mostra che celebra il grande campione che è stato Pablito – ha posto l’accento Ciambetti - In quell’ultima visita al Ferro Fini, fummo tutti travolti dalla gentilezza e affabilità di un grande campione, non solo nello sport ma anche nella vita. La cortesia con la quale si soffermò con noi tutti, mostrando incredibile pazienza, è rimasta memorabile”. “‘Pochi momenti, come questo belli’, recita un verso della poesia Gol scritta da Umberto Saba – ha proseguito il Presidente del Consiglio - E ora posso dire che quel verso è perfetto per descrivere non solo la gioia dei gol che Paolo Rossi ci donò: questo campione fu grande perché dimostrò con molta umiltà e semplicità che non ci si deve abbattere mai, che la vita è bella e piena di sorprese. Una lezione memorabile di straordinaria attualità”. “La Nazionale in cui giocò, in Argentina come in Spagna, ma anche il Lanerossi Vicenza (che nulla ha a che fare con l’attuale squadra vicentina rossa di vergogna e bianca di paura quando scende in campo), dimostrarono che era possibile combinare stile, fantasia, bel gioco e grinta – ha affermato Ciambetti - Paolo Rossi è per sempre nella ‘rosa’ di quella squadra ideale fatta da grandi campioni, in campo come nella vita, assieme a nomi mitici del calcio internazionale, da Pelé a Johan Cruyf, fino a Franz Beckenbauer, Gaetano Scirea e via dicendo. Ma se oggi gli viene dedicata una mostra qui nel suo Veneto è perché Paolo Rossi non fu solo un calciatore: seppe essere una persona buona, gentile, mordace, come solo i toscani possono essere, ma anche autoironico, semplice, in grado di sdrammatizzare i momenti più difficili e, soprattutto, capace di non arrendersi mai e di uscire sempre a testa alta, anche quando si perde”. “‘Preferisco una sconfitta consapevole della bellezza dei fiori, piuttosto che una vittoria in mezzo ai deserti’… Queste parole di Pessoa sintetizzano benissimo la lezione che Paolo Rossi ci ha lasciato – ha ricordato Roberto Ciambetti - Mai come oggi è stato importante dedicargli una mostra per ricordarci che non dobbiamo arrenderci, che la vita è bella e va giocata fino alla fine, anche quando tutto sembra perduto. Per questo, Paolo Rossi continua a vincere nel nostro cuore”.

Il Presidente della Prima commissione consiliare, Luciano Sandonà (Lega/LV) - che ha collaborato attivamente per allestire la mostra e per presentarla a Venezia - ha condiviso un ricordo molto intimo di Paolo Rossi. “Quando ero bambino e frequentavo lo stadio Menti di Vicenza, pieno all’inverosimile, Pablito era il mio supereroe. Ricordo quasi tutte le partite di quella mitica stagione 1977/78, quella in cui il Lanerossi seppe regalare agli appassionati di calcio un gioco spettacolare e Rossi era il terminale offensivo di quella compagine. Da lì, seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Mondiale in Argentina, durante il quale abbiamo ammirato una Nazionale bellissima. Fino all’apoteosi del 1982 in Spagna, quando i suoi gol a raffica lo consegnarono alla ristretta cerchia degli eroi. Paolo è un orgoglio per tutto il Veneto, una terra che lo ha visto crescere e diventare grande. Ringrazio Federica Cappelletti e la sua famiglia, ma anche tutte le persone che hanno collaborato all’allestimento di questa mostra, a iniziare dal Direttore esecutivo Marco Schembri. L’esposizione racchiude tantissimi ricordi del bomber azzurro: foto, contenuti multimediali, la sua pagella…”. “Il 9 dicembre, a Zurigo, Pablito è stato ricordato da tanti personaggi del calcio e dello sport – ha aggiunto Sandonà - Mi sovvengono ancora le parole pronunciate in quell’occasione da Rumenigge: ‘Nessuno nel nostro mondo ha mai parlato male di Paolo’. Ecco, credo che questa frase racchiuda perfettamente tutta la grandezza dell’uomo. E rammento con emozione quanto confidato pochi giorni fa da Gianluca Vialli: ‘Paolo Rossi per me era un mito…Quando ti raggiungerò in cielo, caro Paolo, per favore, fammi giocare al tuo fianco!’”. “Proprio in considerazione di tutto quello che Paolo Rossi ha rappresentato per l’Italia, credo sia importante intitolare a lui lo Stadio Olimpico di Roma, superando certe ritrosie da parte di alcune frange di tifosi. Lo hanno chiesto il presidente della FIFA Infantino e quello della FIGC, Gravina. Di questo mi farò promotore in Consiglio regionale, anche accogliendo un espresso desiderio della famiglia di Paolo: Pablito, durante tutta la sua esistenza, ha sempre unito le persone, non è mai stato divisivo…e deve continuare ad esserlo!”, ha chiosato Luciano Sandonà.

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