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Combattere il fumo con la sigaretta elettronica: il caso del Regno Unito

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Combattere il fumo con la sigaretta elettronica: il caso del Regno Unito

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Responsabilità editoriale di FATTORETTO Srl

15 novembre 2021, 12:41

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Boris Johnson ha deciso: sarà il Regno Unito l’apripista globale nella lotta al fumo e alle malattie cancerogene che ne derivano. L’iniziativa avallata dal gabinetto del Primo Ministro britannico ha come oggetto la possibilità, riservata al servizio sanitario di sua Maestà, di prescrivere l’attività del vaping, cioè l’uso della sigaretta elettronica (nota anche come e-cigarette).

L’obiettivo, davvero ambizioso, è quello di rendere l’Inghilterra una nazione completamente “smoking free” già entro il 2030.  Galles, Scozia e Irlanda del Nord, per effetto della devoluzione, potranno decidere in autonomia se seguire l’esempio della politica sanitaria inglese o meno.

Il governo ha già ottenuto il via libera dell’agenzia del farmaco d’Oltremanica, Mhra, la quale ha ufficialmente invitato le varie aziende interessate a sottoporre i loro articoli per l’approvazione. Se questa iniziativa della sigaretta elettronica andrà in porto, come afferma il ministro della Salute Sajid Javid, si potrà ridurre notevolmente il numero dei fumatori (da ricordare che l’Inghilterra, da sola, conta l’80% della popolazione britannica).

È una sfida difficile, senza dubbio, ma non impossibile, anche grazie a delle misure di scoraggiamento, che vanno dall’aumento della tassa sui pacchetti fino all’ipotesi di estendere gli avvertimenti sul “fumo che uccide” dalle confezioni a ogni singola sigaretta.

Il professor Peter Hajek, direttore della Tobacco Dependence Research Unit alla Queen Mary University di Londra, come molti altri esperti, non ha dubbi: la sigaretta elettronica è decisamente meno dannosa della sua “sorella” tradizionale, in quanto l’attività dello svapare esclude la presenza di sostanze cancerogene, e quindi potenzialmente letali, come il catrame e la nicotina.

Anzi, la sigaretta elettronica potrebbe essere la chiave di volta per convincere sempre più uomini e donne a smettere definitivamente con il vizio del fumo. Numeri alla mano, nel Regno Unito hanno già aderito all’attività dello svapare ben 4 milionidi persone (3,6 milioni soltanto in Inghilterra) a fronte di 7 milioni di fumatori standard: attorno al 14% della popolazione adulta, in calo costante negli ultimi decenni se si pensa che nel 1974 la quota era del 45%.

Un risultato invidiabile per tutto il resto del mondo, in cui tuttora oltre un miliardo di esseri umani insistono con il portarsi alla bocca sigarette classiche, sigari o pipe. Tuttavia, confortante è il dato che per l’e-cig si sta per toccare quota 50 milioni. Da evidenziare comunque che, solo in Inghilterra, il fumo costa la vita a ben 64.000 individui all’anno.

Il piano di Johnson ha tenuto in considerazione anche i giovani e i giovanissimi. In media ogni anno tende ad aumentare il numero di ragazzi o addirittura teenager che cominciano a fumare, ragion per cui l’attività di vaping potrebbe rappresentare anche per loro un modo per smettere con questo vizio prima che causi danni irreparabili ai polmoni.

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