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Dai residui plastici di lavorazione un contributo all’ambiente (e alla reputazione delle imprese)

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Dai residui plastici di lavorazione un contributo all’ambiente (e alla reputazione delle imprese)

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Responsabilità editoriale di IMG SOLUTION SRL

26 novembre 2021, 11:18

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Ogni anno verrebbero prodotti nel mondo oltre 5 miliardi di rifiuti. Di questi, se si escludono i rifiuti urbani, la maggior parte sarebbero da classificare come rifiuti speciali o meglio, come rifiuti industriali. Negli impianti produttivi, infatti, si accumulano ogni giorno materiali di scarto di ogni tipo: non di rado si tratta di materiali plastici che richiedono di essere smaltiti adeguatamente. Non sorprende, in questa prospettiva, che il tema del corretto smaltimento dei rifiuti plastici aziendali stia diventando sempre più rilevante.

Perché (e come) dare nuova vita agli scarti plastici negli impianti industriali

Se si moltiplica la quantità di prodotti di scarto di un singolo impianto per tutti quelli esistenti sul territorio nazionale, del resto, non dovrebbe essere difficile farsi un’idea di quanto sia pesante il contributo delle aziende all’inquinamento da plastiche. Impegnarsi in progetti di recupero delle plastiche esauste può essere, quindi, un modo per contribuire concretamente alla tutela dell’ambiente. Non mancano formule che permettono sposare l’obiettivo della sostenibilità o di un’economia verde, e tra le più comuni ci sono ormai da qualche anno progetti di responsabilità sociale che mirano alla reintegrazione delle risorse (come ad esempio gli alberi abbattuti) impiegate nelle proprie attività produttive. In ogni caso, rendere il proprio impianto a impatto zero e farlo partendo dal corretto smaltimento dei residui di lavorazione probabilmente è il contributo più concreto che si possa dare alla sostenibilità ambientale della produzione industriale.

Se non altro il corretto smaltimento degli scarti della lavorazione della plastica è l’attività che più permette, da imprenditori, di avvicinarsi a una prospettiva di economia circolare. Le materie plastiche scarto di lavorazione possono fungere, infatti, da materie prime per altri settori a monte o a valle della propria stessa filiera produttiva o in settori molto diversi. In altre parole, smaltire adeguatamente i residui plastici può voler dire semplicemente trasformarli in grezzo da rivendere ad altri impianti, allungando di fatto il ciclo di vita delle materie prime.  È un circolo virtuoso che si può innescare - e molte aziende italiane hanno già cominciato a farlo - facendo installare nei propri impianti una linea di estrusori per la plastica come quelli di Bausano. Si tratta di macchinari che, tramite un procedimento a caldo, trasformano i residui di lavorazione in perle, granuli, tubi, profili plastici riutilizzabili per fini diversi o rivendibili come materie prime.

Oltre all’impatto ambientale, uno dei vantaggi della corretta gestione dei rifiuti plastici aziendali ha a che vedere proprio con la capacità degli stessi di rivelarsi una fonte di guadagno per l’impresa. Se riciclate o integrate in un processo detto di compounding della plastica le plastiche esauste possono diventare una fonte di introiti e non un costo da sostenere.

In tutto questo meccanismo c’è un aspetto più “soft” ma decisamente poco trascurabile che ha a che vedere con la reputazione dell’azienda. Indipendentemente dalla natura del proprio business, le aziende si rivolgono oggi a un consumatore sempre più attento all’impatto ambientale delle proprie scelte e che pretende che le imprese facciano altrettanto con le proprie attività produttive. Per questo motivo gestire al meglio i rifiuti di lavorazione, specie quelli altamente inquinanti come la plastica, fino a renderli davvero a impatto “zero”, non può che migliorare l’immagine dell’azienda e, a cascata, la fiducia dei clienti e la loro propensione a comprare e fidelizzarsi.

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