(ANSA) - BOLOGNA, 27 APR - L'Emilia-Romagna chiuderà il 2022
con un incremento del Pil del 3,8 per cento, trainato dalle
costruzioni. Ma la crescita dovrebbe bruscamente rallentare nel
2023 (+0,8 per cento), sotto l'effetto congiunto della spinta
dell'inflazione, della riduzione del reddito reale, in
particolare, dei salari reali, e della stretta monetaria in
corso. Il rallentamento sarà però meno sensibile rispetto a
quanto precedentemente previsto. In netto calo anche la
disoccupazione.
E' la stima elaborata da Unioncamere Emilia-Romagna sulla
base dei dati di Prometeia.
Gli ostacoli evidenziati sono l'aumento dei tassi di
interesse, la restrizione monetaria, l'irrigidimento delle
condizioni del credito, una maggiore incertezza sui mercati
finanziari e la diminuzione dei salari reali per effetto di
un'inflazione da offerta.
Lo scorso anno in Italia l'aumento del Pil è stato del 3,7
per cento e il deciso rallentamento prospettato ridurrà la
crescita nel 2023 allo 0,7 per cento. L'andamento
emiliano-romagnolo ha mostrato un profilo sostanzialmente
analogo a quello nazionale. La crescita del Pil regionale nel
2022 è risultata al di sopra della media dell'area dell'euro con
un andamento decisamente migliore rispetto a Germania e Francia.
Nonostante il rallentamento previsto per il 2023, la lieve
espansione prospettata a livello regionale dovrebbe nuovamente
allinearsi a quella dell'area dell'euro superando nuovamente
quella di Germania e Francia anche se risulterà più contenuta
rispetto alla Spagna.
In calo la disoccupazione che nel 2022 è scesa al 5%: per il
2023 si prevede un aumento dell'offerta di lavoro con il tasso
che potrà ulteriormente ridursi al 4,7%. (ANSA).
Nel 2022 il Pil dell'E-R cresce del 3,8%, meglio del previsto
Nel 2023 ci sarà una brusca frenata, cala la disoccupazione
