(ANSA) - BOLOGNA, 03 NOV - I costi energetici, l'inflazione,
gli effetti della guerra in Ucraina pesano e frenano l'attività
economica. E' quanto attesta una analisi dell'ufficio studi di
Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro
imprese delle Camere di commercio. Alla fine di settembre, in
Emilia-Romagna, le imprese attive sono scese sotto quota 400mila
(399.179) con una diminuzione di 1.977 unità, quindi -0,5%
rispetto a dodici mesi prima. L'andamento dell'imprenditoria
regionale si è allineato quindi a quello nazionale, che ha avuto
una quasi analoga flessione tendenziale (-0,4%). La contrazione
nella vitalità del sistema delle imprese ha interessato quasi
tutti i settori di attività economica.
Secondo l'analisi la tendenza negativa della base
imprenditoriale regionale si è leggermente rafforzata in
agricoltura (-909 unità, -1,7%), fortemente accentuata
nell'industria (-817 imprese, -1,9%) e nel commercio (-910
imprese, -1%). Queste perdite non sono state compensate
dall'andamento positivo, sia delle imprese delle costruzioni
(535 imprese, +0,8%), che del complesso dei servizi diversi dal
commercio (+747 imprese, +0,5%). Le criticità dell'industria si
concentrano nella moda, nella fabbricazione di prodotti in
metallo e di macchinari. In contrazione nei servizi, oltre al
commercio, la ristorazione e il trasporto e magazzinaggio.
Segnali ancora positivi dalle costruzioni.
Le difficoltà economiche si sono tradotte nel ritorno di una
forte tendenza negativa per le ditte individuali (3.269 unità,
-1,5%). L'andamento negativo anche delle imprese registrate in
regione (-2.303 unità, -0,5%) è stato dato soprattutto dal boom
delle cessazioni, a lungo procrastinate dall'adozione delle
misure di sostegno introdotte a seguito della pandemia, che,
rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, sono aumentate
di quasi l'80% e hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi
15 anni (6.806), mentre le iscrizioni sono solo lievemente
diminuite (4.489). (ANSA).