(ANSA) - VERONA, 11 DIC - Continua la corsa dell'export
veronese, che guadagna un +10,4% nei primi nove mesi di
quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2019, totalizzando
9,7 miliardi di euro di prodotti venduti all'estero. Ben al di
sopra della media veneta del +6,3% e di quella italiana del
+5,8%. Se si confrontano i nove mesi con l'anno della pandemia,
la percentuale di crescita è di 18 punti.
"Il sistema economico veronese è sempre più competitivo sui
mercati esteri - commenta il Presidente della Camera di
Commercio, Giuseppe Riello - ma c'è forte preoccupazione per i
rincari delle materie prime, le interruzioni di forniture e
l'aumento esponenziale dei costi della logistica. Sono tutti
fattori che ostacolano una ripresa strutturale e che fomentano
la corsa dell'inflazione. Il momento è delicato, sul mercato
interno ancora di più: molto dipende dalle scelte del Governo
Draghi. Un lockdown ci metterebbe in ginocchio".
In dettaglio, i principali comparti dal Made in Verona segnano
tutti una crescita dell'export: in forte recupero i macchinari
(+16,9% a 1,8 miliardi di euro) e il tessile abbigliamento che
registra un +16% a un miliardo. Il fashion system pesa per il
10,8% sul totale delle esportazioni, i macchinari arrivano a
quota 18,1%.
La prima voce dell'economia veronese, l'agroalimentare, che
complessivamente vale 2,6 miliardi, registra crescite più
modeste, giustificate dal fatto che l'export di prodotti
alimentari e vino continua a crescere da oltre un decennio. Più
altalenante è l'andamento dell'export di ortofrutta, ma il trend
è crescente. Le calzature sono in forte aumento (+18,9% a 318,8
milioni) e il marmo segna un'exploit del +28,3% a 313,7 milioni.
Ottime performance le registrano anche la termomeccanica (+18% a
110,2 milioni) e i mobili (+22,4% a 73,7 milioni).
"Con soddisfazione possiamo dire che il tessuto produttivo
veronese sta guardando all'estero con sempre maggior efficacia e
si va diversificando - continua Riello - tanto che esportiamo
3,4 miliardi di prodotti vari, in crescita del 30,6%". Quanto ai
paesi di destinazione, tutti i primi venti mercati sono
positivi, tranne il Regno Unito. Sono in forte crescita la
Germania, principale mercato, la Francia e la Svizzera che
quest'anno ha progressivamente scalato la classifica della top
ten delle esportazioni. Rispetto al 2019, i paesi con segno meno
tra i primi 20 sono Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Romania,
Svezia e Cina. (ANSA).